Gazzetta di Modena

Sport

La Fratellanza festeggia con il presidente Malagò

di Davide Berti
La Fratellanza festeggia con il presidente Malagò

La società più prestigiosa di Modena ripercorre la sua storia di successi

20 maggio 2014
4 MINUTI DI LETTURA





Se qualcuno ha avuto la fortuna, in vita sua, di entrare in contatto con la Fratellanza Modena 1874, qualcosa si porterà sempre dentro. Anche senza bisogno di essere stato un atleta. Oggi, per il suo 140esimo compleanno, riceverà la visita del presidente del Coni Giovanni Malagò, il capo dello sport italiano

E non saranno i risultati, almeno non questi davanti a tutto e tutti. Saranno certamente le persone, che con le loro storie di uomini hanno scritto pagine che valgono non solo la storia della società, ma piuttosto un pezzo della storia di Modena che si può leggere anche attraverso lo sport.

Nomi? Se ne potrebbero fare tanti. Ognuno secondo la sua esperienza. Qualche esempio. Giorgio Ariani, presidente prima di Serafino Ansaloni, era da dirigente un autentico rullo compressore. Rispettato, orgoglioso e giustamente ambizioso, si faceva in quattro.

Renzo Finelli, tecnico del mezzofondo che tutti ci invidiano, allena con la stessa passione gli olimpionici e gli ultimi della classe, con l’umiltà che lo contraddistingue da sempre.

E ancora Mario Romano, tecnico della velocità, disponibile sempre, tra un cronometro e una trasferta al fianco dei suoi ragazzi.

Il ritratto della Fratellanza è il prof. Luciano Gigliotti, vanto dell’atletica italiana, che sotto i baffi nasconde la sua grande naturalezza.

E l’elenco potrebbe proseguire oltre, con quei ragazzi che in Fratellanza sono nati e cresciuti.

Fondata ufficialmente nel 1874, la società muove i suoi primi passi a partire dall’inizio del XIX secolo, nell’ambito sportivo già formatosi nella Società Ginnastica Panaro. Il riconoscimento ufficiale della società come realtà autonoma e indipendente si ha solo nella seconda metà del secolo, grazie al lavoro di alcuni ambienti studenteschi e intellettuali della città e che proponevano fini ben diversi da quelli che muovevano lo sport del tempo.

La sua attività, subito notevole, diventa un punto sociale per la vita del tempo. Gradualmente le attività sportive si allargano con interessi sempre maggiori per sport nuovi tra cui la nascente atletica leggera. Gli anni passano e la società diventa sempre più forte, fino allo stop di quattro anni provocato dal primo conflitto mondiale. Il rifiorire della Fratellanza arriva nel 1925, con l’inaugurazione della nuova sede: è il 18 ottobre 1925, alla cerimonia della prima pietra per la struttura di via 4 Novembre assisterà anche Vittorio Emanuele, Re d’Italia.

Sono gli anni delle prima convocazioni olimpiche, sono gli anni dei tanti tricolori issati per celebrare le vittorie modenesi. Nel 1940 è ancora la guerra che ferma tutto. Un bombardamento distrugge la sede sociale. Nel 1945 si torna di nuovo a ricostruire, ma gli anni sono piuttosto duri. Nel 1954 a lottare per la sopravvivenza della società rimane solo il vecchio tecnico Pierino Baraldi. A questo punto un gruppo di persone appassionate si affianca a Baraldi ed inizia quella che sarà la ricostruzione vera. Al nucleo storico, guidato da Sivelli e Ponzoni, si aggiungerà, diventando poi presidente, il cavaliere del lavoro Fioravante Malavolta. Ed è proprio grazie alla lungimiranza e generosità del presidente “Fiori” che la società si dota di una nuova sede sociale.

Le colonne portanti di questo movimento le si possono porre tra gli anni 60 e 70, quando il professor Ponzoni, allora storico tecnico della “Fratellanza”, portò alla ribalta, prima come atleti e poi come giovani tecnici, un gruppo di ragazzi che ancora oggi rappresenta lo zoccolo più vivo e stabile del sodalizio modenese: Mario Romano, Antonio Brandoli, Renzo Finelli, Giuliano Corradi, i fratelli Serafino e Luciano Ansaloni, allora atleti di primissimo livello nazionale. Sono divenuti allenatori e dirigenti, facendo tesoro degli insegnamenti di Ponzoni e creando il gruppo che ancora oggi fa vivere il sogno dell’atletica a più di 400 ragazzi ogni anno, trasmettendo a loro volta la loro passione e la loro conoscenza a giovani tecnici, che oggi stanno collaborando con loro per continuare questa storia.

Oggi, la Fratellanza 1874 rappresenta una delle più importanti realtà dell’atletica leggera italiana, formando ogni anno grandi talenti che raggiungono importanti risultati non solo a livello nazionale ma internazionale. Personaggi del calibro di Andrea Rabino (finalista ai Mondiali Indoor su 60 metri piani), Filippo Campioli (pluricampione Italiano di salto in alto, con partecipazioni a campionati Europei, Mondiali e Olimpiade), Matteo Rubbiani (pluricampione Italiano di salto con l’asta, terzo classificato ai Campionati Mondiali Militari), passando per Fabrizio Borellini (primo italiano a saltare in alto 2 metri e 30 centimetri al coperto e quarto ai Campionati Europei del 1984), sono solo alcuni dei campioni che sono cresciuti nelle file della “Fratellanza” e si sono affermati oltre i confini italiani.

La Società ha ottenuto nel 2008 il “Collare d’oro al merito sportivo”, massimo riconoscimento sportivo assegnato dal Coni. Che oggi torna a rendergli omaggio con una giornata che passerà alla storia. Storia fatta di uomini.

@dvdberti

©RIPRODUZIONE RISERVATA