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Il ferrarista che veste Evans e il canguro in spalla

Il ferrarista che veste Evans e il canguro in spalla

Storie di tifosi in quota: parte da Pisa in bici per raggiungere gli amici. Supporter di Aru scatenati

21 maggio 2014
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Tra il popolo rosa che aspetta il Giro a Pian del Falco si incrociano storie curiose. Come quella di Ugo, imprenditore svizzero che vive e produce abbigliamento tecnico sportivo in Thailandia. Tra i suoi clienti ci sono la Sky e soprattutto la Bmc, team della maglia rosa Cadel Evans. «Mi trovavo alla Mille Miglia con la mia Ferrari e ho colto l’occasione per assistere ad un bellissimo arrivo del Giro con una splendida cornice di gente - racconta - Sono fornitore delle maglie anche del Team Iam, che non è al Giro ma prenderà parte al Tour sotto la guida di Chavanel».

Intanto, mentre la gente aspetta l’australiano italianizzato Cadel Evans, a precederlo negli ultimi ripidissimi tornanti prima di Pian del Falco arrivano canguri e koala. Sono i suoi tifosi cicloamatori che portano sulla schiena, nel tratto più duro della tappa, anche il peso di giganti animali di peluche. E il pubblico assiepato a bordo strada va in delirio. Ma ad arrivare in massa fino ai 1300 e 1500 metri di quota di Pian del Falco e Passo del Lupo ci sono soprattutto migliaia di cicloamatori. Fra di loro anche Luciano, fondista arrivato attorno alle 14 direttamente da Pistoia. Vive a Caltelfranco di Sotto in provincia di Pisa e ha raggiunto a Pian del Falco, rigorosamente in bicicletta, gli amici di sempre. «Loro sono arrivati ieri in auto e hanno dormito in albergo -spiega - Io invece sono un appassionato di ciclismo e prendo parte alle Gran Fondo più dure del panorama italiano. Veniamo da provincie diverse, Lucca, Pisa e Pistoia prevalentemente. Si torna a casa tutti insieme, però in macchina».

In fondo alla pista di nera di Pian del Falco sono assiepate centinaia di persone. Grigliate, bevute e... riposino aspettando il Giro. Fra di loro un gruppo di tifosi che arriva da Bologna ma rappresenta quasi tutta Italia. «Siamo lavoratori e studenti di stanza a Bologna ma originari di Sardegna, Puglia, Calabria, Lombardia, Emilia e Abruzzo - spiega Carlo - Siamo tifosissimi di Fabio Aru e siamo qui per sostenerlo e per rappresentare il bar Monky». Carlo si allontana un attimo e lo scrive sull'asfalto con lo spray rosso. (f.s.)