Gazzetta di Modena

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Ferrari, novità in Canada

di Filippo Ronchetti
Ferrari, novità in Canada

Dal prossimo Gp attese modifiche alla “power unit”, oggi solo piccole cose

22 maggio 2014
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Il tracciato di Monte Carlo ha caratteristiche uniche nell’intero panorama del Circus. Ecco perché, dopo la disastrosa trasferta in Bahrain, la Ferrari ha messo come obiettivo quello di introdurre pesanti modifiche “solo” per il Gp del Canada, in programma tra due settimane: a Monte Carlo, probabilmente, si rivelerebbero scarsamente incisive. La conferma della particolarità del Gp di Monaco viene dal vice capo progettista della Ferrari, Simone Resta: «La corsa di domenica si posiziona al di fuori del programma di sviluppo generale che stiamo portando avanti e che vede un approccio su misura gara per gara».

La corsa nel principato rappresenta quindi una sorta di pausa dello sviluppo: s’introducono novità che vengono utilizzate solo qui e, se c’è qualcosa di pronto in cantiere, ne viene fatto slittare l’impiego al successivo round in programma a Montreal, come anticipò il presidente Luca Cordero di Montezemolo prima del Gp di Spagna: «A Monte Carlo non crediamo che valga la pena di portare molto, ma in Canada dovremmo avere qualcosa». Vale a dire, secondo numerose indiscrezioni, importanti modifiche alla “power unit”, sempre nei limiti del regolamento, e una lunga lista di novità aerodinamiche. «Per le corse che seguiranno Monaco, e quindi Canada, Austria, Gran Bretagna e via così, a Maranello stiamo lavorando molto duramente per introdurre molti aggiornamenti che facciano salire le prestazioni della F14T a un livello che ci consenta di ridurre il gap con le vetture più veloci» ha confermato Resta, prima di concentrarsi sulle modifiche per Monte Carlo: «Particolare attenzione è stata dedicata allo sterzo, in funzione del tornantino ma anche di alcune delle curve più strette e lente presenti in tutto il calendario. Anche le sospensioni sono state rinforzate per essere in grado di resistere ai contatti con le barriere che nel principato sono all’ordine del giorno».

Resta poi aggiunge un altro fattore: «L’assenza di lunghi rettilinei implica che sia fondamentale assicurare alla vettura il giusto raffreddamento, in particolar modo per freni e motore. Il cambio, invece, deve sopportare lo stress di quasi quattromila cambi di marcia in gara: più che in qualsiasi altro Gp». La natura della pista, che richiede molta coppia ai bassi regimi per accelerare dopo curve molto lente, dovrebbe anche avvicinare i tempi sul giro di quest’anno a quelli 2013, inferiori di quattro/cinque secondi nei Gp finora disputati. Il motore, e la sua “gentilezza” in uscita di curva, sembra quindi essere il punto chiave di questo Gp: se lo augura Jenson Button la cui McLaren, in difficoltà più della Ferrari, monta la stessa power-unit che fa volare le Mercedes.

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