Gazzetta di Modena

Nella sua prima stagione in serie A il Sassuolo si è distinto per una peculiarità che oggi, dopo la prematura eliminazione della nazionale dal Mondiale, viene a gran voce richiesta alle nostre società: avere in rosa una percentuale altissima di giocatori italiani ed essere stata l’unica squadra ad aver presentato un undici di partenza tutto “azzurro” ben più di una volta. Un vanto anche per Squinzi, che più volte ha sottolineato questo aspetto indicandolo quale ricetta ideale per il calcio italiano nell’attuale momento di crisi. Tale filosofia non cambierà ma il club neroverde è sempre attento anche a quello che accade lontano da casa nostra. Lo era già la scorsa estate, quando poi si palesarono difficoltà ad arrivare a giocatori provenienti da campionati esteri, su tutti il tunisino Khazri e il colombiano Zapata, e i neroverdi incassarono solo il sì del rumeno Alexe. L’italianità del Sassuolo è diventata una virtù in corso d’opera e oggi resta una priorità, ma Pablo Longoria, capo dell’area scouting, continua a mettersi in viaggio per scovare talenti. Così negli ultimi giorni le piste più o meno esotiche sono tornate in copertina: dall’italo-tedesco Benaglio (Bayern) al croato Vrsaljko (Genoa), passando per gli argentini Vangioni (River Plate) e Melano (Lanus) e per gli olandesi Van Ramsteijn (Feyenoord)e Van Aanholt (Chelsea), fino ad arrivare ad altri due giocatori protagonisti al Mondiale, vale a dire l’esterno ecuadoriano Paredes (Barcelona Sporting Club) e il centrocampista cileno Diaz (Basilea), vicino all’impresa di eliminare il Brasile. Se l’italianità ha pagato, si può pensare che le opzioni estere in futuro possano dare gli stessi frutti; anche perché, sempre restando in tema di Mondiali, in Brasile sono approdati agli ottavi la Grecia di Mitroglou e l’Algeria di Slimani, con quest’ultimo autentico trascinatore. Due attaccanti che l’anno scorso il Sassuolo mise nel mirino e - almeno il greco - fu vicinissimo ad ingaggiare.

Per la cronaca domani in Brasile sarà in campo per gli ottavi anche la Svizzera di Reto Ziegler: per il neroverde, nel girone eliminatorio, solo panchina.