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Ferrari, la ripartenza è in salita

di Andrea Gabbi
Ferrari, la ripartenza è in salita

Dopo il secondo posto in Ungheria con Alonso, a Spa la Rossa sarà costretta di nuovo a inseguire

22 agosto 2014
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Ci eravamo lasciati così, con la zampata di Daniel Ricciardo a Budapest e con il sorriso (finalmente) sul volto di Fernando Alonso. Si riparte da Spa, circuito epico e ricco di insidie. Il campionato di Formula 1 è a un bivio: la lotta interna tra i due piloti Mercedes è all’apice, qualche rivale sta provando timidamente ad alzare la testa. Un po’ di brivido dopo tanta noia e soprattutto dopo mesi di dominio incontrastato delle Frecce d’Argento.

Il broncio dei leader. La situazione in casa Mercedes non è delle migliori. Nonostante lo strapotere tecnico palesato dal 16 marzo fino a oggi ci sono molti motivi di frizione all’interno del box. Motivo? La scelta della leadership per chiudere il cerchio e portare a casa il titolo iridato. Anche in Ungheria si sono viste le crepe della Mercedes. Lewis Hamilton sta dimostrando di avere la stoffa del campione e a Budapest ha compiuto un mezzo miracolo partendo dalla corsia dei box e chiudendo il Gp sul terzo gradino del podio. Peggio ha fatto il suo compagno di squadra Nico Rosberg che non ha saputo gestire a dovere la pole del sabato. In gara però si è verificato l’ennesimo colpo di scena con il rifiuto dell’inglese al muretto che chiedeva a gran voce di lasciare spazio al tedesco. Risultato? Hamilton con il broncio perché non sente la fiducia dei suoi uomini, Rosberg arrabbiato per gli errori suoi e dei suoi ingegneri che evidentemente non hanno ancora capito come sfruttare al meglio le soluzioni con gli pneumatici. Una vera bomba a orologeria.

Il vero miracolo. Se per Hamilton abbiamo parlato di mezzo miracolo, l’opera completa l’ha compiuta Alonso. Strepitoso lo spagnolo in Ungheria, una gara da grandissimo interprete delle quattro ruote. Meriterebbe di più, lo diciamo ormai da anni, ma quello che passa il convento è una monoposto mediocre che difficilmente potrà ripetere l’exploit dell’Hungaroring.

Il nodo del contratto. In queste settimane di pausa la Ferrari è corsa ai ripari. Nessuna grossa variazione all’assetto della vettura (inutile spendere risorse per una stagione che ormai non si può più raddrizzare) ma tante trattative nella stanza dei bottoni. L’obiettivo è quello di blindare Alonso con un contratto da nababbo. Attualmente la scadenza del legame tra Maranello e l’asturiano è fissata per il 2016. Marco Mattiacci però non vuole perdere tempo e soprattutto vuole stoppare la concorrenza.

Alonso ha preso la palla al balzo e ha sparato alto, altissimo. La richiesta è di un prolungamento fino al 2019 con un compenso di circa 35 milioni annui. La trattativa, fra mezze smentite e rilanci, è aperta.

Nuova struttura. Intanto però ci sono già le basi per la futura riorganizzazione del reparto corse. Luca Marmorini lascerà il suo posto come responsabile della power unit. Al suo posto pieni poteri per James Allison che guiderà la squadra composta dai vari Pat Fry (direzione tecnica), Mattia Binotto (responsabile operativo) e Nicolas Tombazis (progettazione telaio). Una mezza rivoluzione voluta fortemente dal presidente Luca Cordero di Montezemolo per snellire la struttura. Basterà per tornare competitivi?

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