«Qui gomme e meteo saranno decisivi»
L’ex ferrarista: «Chi sbaglia le scelte rischia di finire dietro»
DALLA PRIMA DELL’INSERTO
Oggi Alesi è il consulente tecnico della Pirelli per la Formula 1 ed è lui ad annunciare che la Casa italiana porta sul circuito delle Ardenne i P Zero White medium e i P Zero Yellow soft, una scelta più “morbida” rispetto allo scorso anno, con l’obiettivo di promuovere strategie diverse.
Jean, storicamente la pista di Spa e le gomme non sono mai andate molto d’accordo. Sarà così anche quest’anno?
«Con poco più di sette chilometri di lunghezza, Spa vanta il giro più lungo dell’anno; la sua miscela di rettilinei veloci, curve ad alta velocità e asfalto abrasivo impegna molto gli pneumatici. Come se non bastasse, il tempo variabile, con frequenti piogge, è una caratteristica ricorrente di questa regione. Per questo, la possibilità di safety car è molto alta; quindi, la capacità di reagire velocemente, e di formulare una strategia efficace, è di vitale importanza. Spesso, infatti, può piovere su una parte del circuito mentre un’altra parte è asciutta, il che significa che la versatilità delle vetture, così come dei piloti e delle gomme, è portata agli estremi».
Perché avete deciso, per la prima volta dal 2011, per la combinazione medium-soft?
«L’opzione più morbida probabilmente sarà la preferita in qualifica a causa di un significativo gap di tempo e della lunghezza del giro. Quest’ultimo elemento rende la strategia ancora più rilevante: essere sullo pneumatico giusto al momento giusto è più importante che su altri circuiti. È il tipo di gara in cui, con le giuste circostanze, è assolutamente possibile passare dall’ultima alla prima posizione; e questo, ovviamente, lo rende un Gran premio molto eccitante».
Quali sono i segreti per ben figurare a Spa?
«È il circuito migliore in termini di piacere di guida, ma è anche molto difficile, sia in condizioni di bagnato sia di asciutto. Dal punto di vista delle gomme, è davvero una gara impegnativa. L’asfalto è molto abrasivo, quindi l’usura delle gomme è sempre alta. Quando ho iniziato a gareggiare, avevamo le gomme da qualifica ed era davvero difficile arrivare alla fine di un giro lanciato senza avere del blistering. Il tempo di passare dalla chicane del bus stop all’inizio della pit lane, le gomme erano già molto usurate. Adesso è diverso, poiché gli pneumatici sono molto più resistenti. È necessario un basso carico aerodinamico, altrimenti non si ha abbastanza velocità in rettilineo, ed è qui dove si ottiene davvero il tempo. L’abrasività del circuito diventa effettivamente un vantaggio sul bagnato, che è abbastanza frequente. Anche quando piove, c’è ancora un bel po’ di grip».
Le gomme potrebbero decidere la gara?
«La chiave di Spa è proprio gestire l’enorme quantità di energia scaricata sugli pneumatici, da ogni direzione. All’Eau Rouge, ad esempio, dove i motori sono al massimo di potenza e le monoposto viaggiano a 300 chilometri all’ora, lo stress sulla struttura e sulla spalla degli pneumatici è il più alto di tutto l’anno. La P Zero White medium è una mescola capace di assicurare massime prestazioni anche a basse temperature, come spesso si hanno a Spa. La P Zero Yellow soft, invece, è una mescola perfetta per temperature più alte».
Cristiano Marcacci
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