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Greg, il ritorno del campione

di Davide Berti
Greg, il ritorno del campione

Oggi Paltrinieri arriva a Carpi: «Subito in vacanza a Lisbona, poi l’allenamento in Australia»

25 agosto 2014
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Per qualche giorno non parlategli di acqua. È il ritorno del campione, Gregorio Paltrinieri rivede dopo un po’ di tempo, tra ritiro azzurro e Campionati Europei a Berlino, il cartello di Carpi.

Spazio agli affetti, alla famiglia, ai festeggiamenti con gli amici. Con quelli più intimi partirà presto per Lisbona, poi giusto il tempo di tornare a casa per i suoi vent’anni, che festeggerà il prossimo 5 settembre: «Un po’ di vacanza fa bene, ci vuole, prima di rituffarsi più carichi di prima».

Rituffarsi nel vero senso della parola, dal momento che, tempo qualche giorno, Paltrinieri volerà dall’altra parte del mondo. Destinazione Melbourne, alla corte di Craig Jackson - che sgeue Mck Horton, uno dei suoi avversari - con la benedizione dell’amico Rosolino: «Mi ha detto che ho fatto bene».

Ci vuole coraggio per cambiare vita, ma quella di Greg non è una scelta definitiva, anzui. Una parentesi: «Non c’è tempo adesso per cambiare le carte in tavola. Il percorso resta quello stabilito col tecnico Morini verso Rio 2016. Semplicemente la federazione mi ha concesso questa opportunità: voglio provare una esperienza al di là degli allenamenti di tutti i giorni, provare qualcosa di nuovo, crescere e migliorarmi».

L’obiettivo? Stiamo sui 1500 metri, la distanza che dal 2012 - prima gli Europei di Debrecen e poi le Olimpiadi di Londra - lo ha portato nell’Olimpo: «Lui sta peggiorando», ha detto con la certezza del doppio oro al petto.

Servono otto secondi, otto secondi da limare, da togliere, almeno un paio li ha già nelle braccia. Ma da qui a Rio c’è una vita. E quella di Paltrinieri vuole provare ad essere normale, non monotona, ma normale.

La famiglia, la fidanzata, gli amici, il calcio - è tifoso della Juve - e la passione per il basket Nba, va matto per i New York Knicks.

Questi Europei lo hanno consacrato fenomeno, e lui lo sa. Ma non si monta la testa, scherza ancora con l’amico-rivale-avversario Gabriele Detti e teme , nel modo giusto, le indicazioni del tecnico Stefano «Moro» Morini, il guru degli azzurri: «Morini ha sicuramente capito le mie esigenze e per un allenatore penso che sia una dote fondamentale».

Di Paltrinieri l’Italnuoto ha già apprezzato la maturità. Lontano dalle polemiche, conciliante, uomo che unisce e non divide. Anche quando a mente fredda ripensa alla vicenda di Andrea D’Arrigo, la polemica sul “nonnismo” di squadra per le reclute sottoposte al taglio dei capelli: «Il caso si è risolto tranquillamente. Anche io i capelli me li sono tagliati. Come tutti. Non è successo nulla».

Diciotto chilometri al giorno, acqua e miele per ricaricarsi, in cuffia prima di scendere in vasca la musica che gli dà la giusta carica: «È’ un periodo che ascolto Chris Brown, playlist e via in acqua».

Il futuro, insomma, è a ritmo di rap: «Non mi interessa pensare se diventerò famoso, che cosa cambierà adesso questa esperienza. Sto ai fatti, che dicono quanto si debba faticare per arrivare al meglio. E io voglio continuare a migliorare. Altrimenti non andrei in Australia, non penserei a come concretizzare tutta la fatica che si sta facendo. Abbiamo un progetto chiaro con Morini e la federazione che porta a Rio 2016, ed è quello l’obiettivo da raggiungere, anche se nella prossima stagione lavorerò soprattutto per i Mondiali in vasca lunga a Kazan. Poi è vero che nel 2020 le Olimpiadi di saranno ancora e io avrò 26 anni...».

Ma questa è un’altra storia.

@dvdberti

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