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La Juve non è cambiata: Chievo trafitto

La Juve non è cambiata: Chievo trafitto

Autorete di Biraghi in apertura poi normale amministrazione, Coman strappa applausi. Hernandez vicinissimo al sì

31 agosto 2014
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VERONA. La nuova Juventus assomiglia tanto a quella vecchia: parte il campionato ed è subito vittoria, con intensità e qualità da vendere. Massimiliano Allegri, come aveva abituato Antonio Conte, comincia il suo campionato bianconero con i 3 punti; 1-0 al Chievo al termine di un match che poteva finire in goleada, se davanti i suoi non si fossero divorati occasioni su occasioni, dopo aver preso due pali e una traversa. Unico neo, appunto, non essere spietata in area avversaria, rischiando - come è successo al Bentegodi - di farsi riprendere nel finale. Fortuna che tra i pali c'è Gigi Buffon. E c’è pure una buona notizia che arriva dal mercato. Hernandez del Manchester United è a un passo dalla firma.

La Juve padrona ma sprecona non è piaciuta del tutto al nuovo tecnico, uscito infuriato dal campo per le tante opportunità da rete buttate al vento: «Ci sono buoni segnali, sono soddisfatto – spiega – però c’è tanto da migliorare. Capita di essere troppo chiusi, io voglio una Juve più offensiva». Può però già lustrarsi gli occhi Allegri: non solo per i soliti Vidal e Tevez, ma per un diamante grezzo come il 18enne francese Coman, il quale al debutto ha mostrato grandi numeri, dribbling, tiro e assist, con gol sfiorato un paio di volte. Troppo poco per la Juventus, pur rimaneggiata a causa delle tante assenze (Pirlo su tutti), il rinnovato Chievo di Corini, che schierava 7 dei nuovi acquisti. I gialloblù hanno badato per un'ora a non prenderle, mettendo fuori il naso solo nel finale, con un'occasione sul piede di Maxi Lopez su cui ha messo la classica pezza Buffon. La gara si mette subito in discesa per la Juventus, che dopo soli 5' trova l'1-0. Una rete nata sull'asse Tevez-Caceres, con tocco determinante nella propria porta di Biraghi. Allegri propone una difesa a tre, con Marchisio in mezzo, e davanti Tevez e il talento ex Paris Saint Germain, Coman. Ma la Juve resta grande grazie alla vecchia guardia, Vidal su tutti, e un Lichtsteiner già in forma smagliante. Organizzata, determinata, anche nell'atteggiamento tattico la squadra bianconera ricorda quella della scorsa stagione. È però negli ultimi 16 metri che deve acquisire più concretezza.

Il solo Coman, nonostante la giovane età, ha mostrato la personalità giusta. La macchia nella gara degli uomini di Allegri, che subito il vantaggio sprecano con Tevez l'occasione del raddoppio, e poi colpiscono un palo con Vidal, una traversa con Tevez, un altro palo con Caceres, è quella di non chiudere mai il conto. Anche nella ripresa quando Corini prova ad alzare il baricentro di un Chievo troppo rinunciatario è la Juventus ad avere le palle gol migliori, sciupandole ogni volta. Si sbaglia spesso l'ultimo passaggio. Bardi si fa perdonare sul colpo di testa di Llorente, Pogba e Tevez non sono precisi nelle conclusioni. La Juventus alla fine si porta a casa i meritatissimi tre punti, però deve dire grazie al solito Buffon: il portiere della Nazionale è spettatore per più di un’ora, ma quando è chiamato in causa alla mezzora c'è: un tiro di Paloschi, l'unico in grado di mettere in difficoltà la retroguardia bianconera, rimpalla prima su Ogbonna e poi piedi di Maxi Lopez. L'argentino conclude dal dischetto del rigore, Buffon si getta sulla sua sinistra e respinge la conclusione. È l'unico squillo del Chievo.