Allegri: «Non è una rivincita» Tevez: «Mi piace giocare così»
MILANO. Ha iniziato sotto i fischi dei suoi ex tifosi e ha finito nell'abbraccio dei suoi giocatori. «Dopo tre anni e mezzo di Milan, con cui ho vinto uno scudetto e una Supercoppa, questa non poteva...
MILANO. Ha iniziato sotto i fischi dei suoi ex tifosi e ha finito nell'abbraccio dei suoi giocatori. «Dopo tre anni e mezzo di Milan, con cui ho vinto uno scudetto e una Supercoppa, questa non poteva essere una partita normale. Di certo non è una rivincita, perché io ora lavoro per la Juve. Ma volevamo di certo dare un segnale», spiega Massimiliano Allegri, che nell'atteso ritorno a San Siro trionfa anche grazie alla prodezza di Carlos Torres. «È bello allenare i campioni», gongola alla fine il toscano, che ha subito instaurato un feeling con Tevez. «Ora gioco un po’ meno da prima punta, un po’ più indietro e mi piace», spiega l'attaccante argentino che dopo aver mimato il robot per la figlia Florencia in Champions, questa volta ha festeggiato estraendo dai pantaloncini e mettendosi in bocca un ciuccio in bocca in onore del secondogenito Litos Jr. Era il 26' della ripresa, secondo i programmi il presidente del Milan Silvio Berlusconi avrebbe dovuto essere già andato via per rientrare ad Arcore entro le 23, come previsto dalla condanna per frode fiscale. Invece il presidente rossonero ha assistito al colpo del ko prima di lasciare rapidamente (comunque sorridente, assicura chi lo ha visto) la tribuna autorità dove c'era fra gli altri l'ex ministro Piero Giarda.