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Paltrinieri: «Ho vinto tutto, ma ho ancora fame e punto a Tokyo»

Valeria Cammarota
Paltrinieri: «Ho vinto tutto, ma ho ancora fame e punto a Tokyo»

Il fuoriclasse carpigiano in città si racconta: «In piscina o in acque libere la voglia di migliorare è ancora tanta»

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CARPI Gregorio Paltrinieri ha fatto tappa nella sua città natale, in questi giorni. Non capita di frequente quindi e mentre si allena quotidianamente nelle vasche della piscina comunale, è fitto il via vai di persone che lo fermano, gli fanno i complimenti, si scattano una foto insieme al campione. Greg è arrivato a Carpi mercoledì e vi rimarrà fino al 1° settembre, per poi trascorrere una settimana in Sicilia dove, nonostante diversi impegni, continuerà a sfidare ogni giorno i propri limiti. Non esattamente le ferie estive come si è portati a immaginare.

Quali sono i tuoi programmi più immediati?

«Dopo la Sicilia, andrò direttamente in Cina dove, il 16 settembre, disputerò la prima gara della stagione, la 10 chilometri. Da lì, rimarrò a Ostia».

Vere vacanze le hai fatte?

«Un po' in Sicilia, nonostante le cose da fare, ma soprattutto a Parigi e a Londra, dove ho trascorso un totale di otto giorni. Sono due città che ho spesso raggiunto per le gare, ma che non ho mai avuto la possibilità di visitare bene proprio a causa delle competizioni. Questa volta ho fatto il turista!».

Verso quale obiettivo sono diretti i tuoi sforzi, ora?

«Tutto è in funzione di Tokyo. Non manca tanto, anche se si parla di due anni. In mezzo ci sono altre cose - l’anno prossimo i Mondiali, un altro appuntamento importante dove voglio fare bene - ma se mi si chiede qual è adesso il mio obiettivo ultimo, quello è sicuramente essere competitivo a Tokyo e provare a fare tre gare: gli 800, i 1500 e la 10 chilometri».

Arrivati all’apice come si fa a rimanere motivati?

«Ho vinto tutto quello che volevo vincere, ma questo non mi soddisfa: posso sempre vincere di più e il pensiero di poter aggiudicarmi nuovamente medaglie mondiali od olimpiche è ciò che mi tiene motivato. Non mi accontento di aver vinto un’Olimpiade, potrei vincerne altre. Contemporaneamente ci sono sempre tante cose da migliorare: sono arrivato all’apice, ma non sono un nuotatore perfetto e ci sono tante cose che posso fare meglio, sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale».

Come prosegue il tuo progetto di nuoto in acque libere?

«Mi piacerebbe diventare competitivo anche sulla 10 chilometri, mentre in questi anni ho sempre fatto 800 e 1500 in piscina, le "mie" gare. Praticarle insieme non è la cosa più facile del mondo: sono gare molto diverse, anche solo per il tipo di acque. Ma anche la nuotata cambia, come lo stile e la competizione (in mare siamo uno sopra l’altro, in piscina ognuno ha la sua corsia). Sono sport molto diversi che, però, credo di poter affrontare bene, il mare quasi quanto la piscina. Se tutto va bene, potrò provare anche questo a Tokyo, ma per adesso nulla è scontato. Il 2019 sarà dedicato a entrambe».

Un commento sugli ultimi Europei?

«Non sono soddisfatto, o meglio lo sono a metà. Se considero le condizioni di salute in cui versavo, allora sono soddisfatto perché più di così non potevo fare, d’altra parte infastidisce prendere la febbre e un virus proprio agli Europei. Credo, comunque, di essere stato bravo: ho preso due medaglie e questo mi rende sempre contento».

Finiti gli allenamenti cosa farai in queste serate, a Carpi?

«Uscirò con i miei amici, quelli dell’infanzia, del liceo che ho frequentato a Carpi. Li vedo ogni volta che torno a casa: li conosco da una vita e con loro sto bene». —