Guidetti: «Sì, sono io mister Champions»
Il tecnico modenese si racconta dopo la sesta Coppa dei Campioni
La sesta Champions League in carriera sollevata pochi giorni con le ragazze della sua Vakıfbank fa a coronamento di una stagione di rinnovamento e ora l’inizio di una nuova avventura sulla panchina della Serbia. Sono settimane intense per il tecnico modenese Giovanni Guidetti che, a pochi giorni dalle Super Finals di Torino, ha dovuto fronteggiare anche il lutto per la scomparsa di mamma Laura. Ora è tempo di guardare al futuro e alle sfide che attendono quello che a tutti gli effetti anno dopo anno è diventato uno dei coach più vincenti del volley mondiale a livello femminile.
Giovanni Guidetti, che bilancio si può fare di questa stagione conclusa con la sesta Champions League?
«È un trofeo che volevamo tanto perché la squadra da gennaio ha iniziato a crescere molto. Abbiamo fatto un miracolo a qualificarci per le Super Finals perché dopo il 3-0 subito dal Fenerbahce nella semifinale d’andata eravamo praticamente fuori poi siamo riusciti a rimontare vincendo con il medesimo punteggio ed anche il Golden Set al ritorno. Contro di loro abbiamo vinto anche la Coppa di Turchia, altra partita durissima, mentre abbiamo perso in campionato le semifinali playoff. Anche lì siamo finiti sotto 3-0 in gara 1 ed in gara 2 abbiamo ribaltato il punteggio, ma ci serviva vincere il Golden Set e non ce l’abbiamo fatta. A questi livelli vincere quattro set di fila è sempre difficilissimo».
Pochi giorni prima della Champions c’è stato anche un lutto improvviso, la perdita di mamma Laura.
«Ero a Istanbul ed era il giorno libero per la squadra. Mi è arrivata la chiamata di mia sorella e mi ha dato questa notizia allora approfittando anche della situazione ho preso il primo aereo e son tornato a Modena dai miei cari. Il mercoledì ho lasciato la squadra al mio secondo e il giovedì sono ripartito per Torino dopo il funerale. Le ragazze e lo staff sono stati bravissimi preparandosi al meglio in mia assenza».
La sesta Champions porta il Vakifbank ad un passo da Bergamo poi ci sono solo Uralocka e Dinamo Mosca con più vittorie.
«Le russe non avevano concorrenza. Io sono solito non contare, so che sono sei, ma la mia testa è pronta per la settima quando e come riusciremo a portarla a casa. Questa Coppa rimane sempre la più prestigiosa ed importante».
Per il futuro vede possibili cambiamenti all’orizzonte o la sfida sarà sempre Turchia-Italia?
«Tante squadre cambieranno tanto, ma penso che alla fine sarà ancora una lotta fra queste nazioni. In questo periodo la pallavolo femminile di alto livello è Turchia-Italia, mentre la maschile è Polonia-Italia. Il prossimo anno ci sarà Milano che sarà fortissima, Conegliano sempre molto ostica, ma io spero che cambi la formula perché gli appassionati di pallavolo si meritano di vedere giocare le squadre forti più volte possibili».
Finita la stagione di club è tempo di pensare alla nuova avventura con le Nazionali.
«Ho cominciato con la Serbia, abbiamo fatto il primo allenamento anche se per giocatrici come Boskovic e Ognjenovic il periodo di riposo sarà un po’ maggiore. Inizia una nuova avventura dopo Germania, Olanda e Turchia e per la prima volta mi ritrovo ad avere una nazionale che punta a vincere tutto. È uno stimolo ed una bella pressione da avere».
Tra le avversarie troverà la sua Turchia con cui esordirà l’opposta Vargas.
«La Turchia con Vargas cambia un bel po’ e passa da essere la prima squadra dopo le grandi ad una delle migliori nazionali. La Serbia manterrà più o meno l’ossatura dello scorso anno con alcune giovani interessanti che secondo me diventeranno molto presto molto forti».l