Di Francesco: «Sassuolo, Berardi valore aggiunto»
Domenica 17 saranno avversari: «Un esempio per i giovani»
Sulla panchina del Sassuolo ci ha passato 5 anni, più di chiunque altro prima e dopo di lui, basterebbe questo a rendere Eusebio Di Francesco unico nella storia neroverde. Ma non è solo questione di tempo, è anche questione di traguardi raggiunti, la Serie A prima e l'Europa League poi, il tutto dal 2012 al 2016, e di un legame umano indissolubile tra allenatore e società e tra uomo e città. Per tutti sotto i portici di Piazza Garibaldi o sulle panchine davanti al cancello del Ricci, tuttora ritrovo dei tifosi più affezionati, Eusebio resta Eusebio, quello che gironzolava in bicicletta o a piedi per il centro e si fermava con tutti per due chiacchiere, quello che apriva le porte per i suoi allenamenti e si fermava a commentare gli avvenimenti della settimana con chi vi assisteva, Eusebio resta quello che ha corso come un pazzo al Braglia al gol di Missiroli che ha portato il Sassuolo in Serie A, impersonando la gioia di una città intera. Non c'è da stupirsi se al Magnanelli Day nell'estate 2022 lui non ha voluto mancare e tutto lo stadio lo ha ringraziato cantando per l'ennesima volta quel “Di Francesco uno di noi” che tante volte aveva già sentito ma che lo ha commosso ancora di più in un momento professionale non certamente roseo. Per fortuna quel momento è finito, dopo una serie di esoneri, Roma, Verona e Cagliari, e un'esperienza funesta terminata con le dimissioni, Sampdoria, Di Francesco è tornato in pista in un ambiente perfetto per lui, a Frosinone il tecnico pescarese è ripartito alla grande, i punti in classifica sono 4 in 3 partite, di cui 3 conquistati grazie a una vittoria in casa con l'Atalanta e 1 con il pareggio a reti inviolate sul campo dell'Udinese. L'unico ko è arrivato alla prima giornata, ma contro il Napoli campione d'Italia. Domenica alle 15 allo Stirpe ci sarà il Sassuolo, la partita è fondamentale per entrambe le squadre, con il Frosinone a caccia di conferme e i neroverdi in cerca di punti preziosi prima dei big match con Juventus e Inter. In campo, salvo imprevisti, anche Domenico Berardi, che a Di Francesco deve tutto o quasi (fu lui a buttarlo nella mischia intuendo che la Primavera fosse troppo poco per un talento del genere) e per il quale l'allenatore non ha mai nascosto un'ammirazione particolare, ribadita ieri alla Rosea: «Mimmo è un valore aggiunto per il Sassuolo, al quale resto legato, un peccato che non giochi la Champions. Le coppe le ha fatte solo con me. L'avrei voluto alla Roma, ma i dirigenti non furono convinti di prenderlo, lui si sentì poco considerato e rifiutò. Porto ancora Berardi come esempio da seguire per i ragazzi». Diversi i precedenti tra il tecnico e il club neroverde: 3 quando era sulla panchina della Roma, 2 vittorie dei giallorossi e un pareggio, uno con la Sampdoria, e lì fu dominio netto degli emiliani, 4-1 con tripletta di Berardi e gol di Traoré, uno con il Verona al Bentegodi, si imposero 3-2 i neroverdi, 2 col Cagliari, entrambi terminati 1-1. l