Chiamatelo “l’insostituibile”: Palumbo e Modena nel destino
Ha abitato a Castelvetro e ha debuttato in Serie B contro i gialli
Gli mancava solo il gol. Era scritto che la prima rete in gialloblù di Palumbo dovesse arrivare proprio contro la Ternana, il club che per primo aveva creduto in lui e che Antonio in otto stagioni con la prima squadra ha… ringraziato, fino allo scorso campionato, con 192 presenze e 15 gol. E domenica scorsa evitando di festeggiare in modo irrispettoso dopo averla trafitta. Così come era scritto che prima o poi dovesse approdare sotto la Ghirlandina: il suo debutto in Serie B il 24 dicembre 2014 era avvenuto proprio in un Ternana-Modena (1-0) e, da bambino, aveva abitato per alcuni anni a Castelvetro. Insomma, si può dire che il ragazzo nato a Scampia il 6 agosto 1996 adesso è tornato a casa, in una delle sue case.
Dove, stando al contratto sottoscritto col Modena, dovrebbe restare fino al 2027 e dove, se continua così, c’è solo da sperare che possa rimanere ben oltre. La sua carriera, d’altronde, parla molto chiaro: centrocampista dotato di intelligenza tattica, piedi buoni, visione e tempi di gioco notevoli, Palumbo è uno di quei giocatori che, quando hai la bravura e la fortuna di ingaggiarli, in genere non ti passa neanche per l’anticamera del cervello l’idea di cederli. Se non di fronte a qualche proposta economicamente indecente e magari per consentirgli un importante salto di qualità. Deve però essere davvero indecente, perché sembra proprio uno di quei giocatori, che, se ne hai in rosa anche altri di questa caratura, il salto di qualità lo fanno fare a te. E senza i travagli societari della Ternana e del suo ex presidente Bandecchi, Antonio forse sarebbe rimasto là, come Partipilo, anche lui sacrificato per esigenze societarie.
Ormai le partite si giocano in 15 o 16 e la regola dei cinque cambi ha cambiato il calcio molto più di altre variazioni, ma Palumbo finisce sempre per essere un titolarissimo. Lo è stato finora nel Modena, 11 partite su 11, e solo una volta (Palermo) sostituito al 45’, mentre in tutte le altre ha giocato almeno un’ora, spesso di più. Anche perché il suo modo di giocare è molto dispendioso e viene richiamato in panchina solo quando ormai ha finito le riserve di ossigeno. Idem lo scorso torneo con la Ternana: ha saltato solo 3 partite e titolare in tutte le altre. Stessa storia nel ’21/22: salta 4 gare per Covid, in una non è convocato, ma titolare in 30 su 33. Ancora… idem nel 20/21: ne salta 8 per infortunio, è titolare in 27 su 30. Pure al Trapani (17/18) però era andata così: 2 volte in panchina, 2 fuori per squalifica, titolare 34 gare su 34. Insomma, titolare nato. Oltre che giocatore molto corretto: in 224 gare di campionato nessuna espulsione diretta, ma solo cinque per doppia ammonizione.