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Storie modenesi alla Maratona di New York

Filippo Franchini
Storie modenesi alla Maratona di New York

Domenica si è tenuta la gara più ambita: Mascherini il più veloce, Giorgia Parmeggiani prima donna gialloblù

06 novembre 2023
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Lo è costantemente, tutto l’anno, giorno e notte. C’è però una domenica, ad inizio novembre, in cui New York diventa ancora di più il “luogo inesauribile, labirinto di passi senza fine” che Paul Auster ha graffiato sulle pagine della sua Trilogia, a lei dedicata.

Ieri, è stata quella domenica, sotto un sole tiepido a far capolino fra le nuvole. Quasi 55mila runners da ogni parte del globo. Succede così ogni anno, da 54 stagioni, con le due sole eccezioni del 2012 e 2020, quando l’Uragano Sandy e il Covid ne hanno solo limitato il movimento.

È un rituale quasi mistico, che prende il via da Staten Island quando il cielo è ancora buio, per esplodere sul Ponte di Verrazzano e guidare la marea lungo i 5 Boroughs più iconici al mondo: Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan. Attraverso le 26,2 miglia della cavalcata più famosa al mondo, 2.368 maratoneti italiani si sono concessi il lusso di “seguire la deriva del proprio corpo”.

Cinquanta di loro riporteranno a Modena una medaglia speciale, una storia unica e un’emozione indelebile. Il primo dei nostri è stato quest’anno Ciro Mascherini. È il suo personale gruppo di supporto che ne ha incitato il riflesso in Central Park, sospingendolo verso il 2h55’08” finale.

Jean-Pierre Lejeune, presidente e titolare di Europrogress, l’azienda in cui lavora, lo ha scortato di persona a New York, insieme alla famiglia. L’anno scorso ne aveva supportato il sogno dell’esordio in maratona: quest’anno aveva puntato, con ragione, su un crono sotto le 3 ore.

Ad aver ragione è stata anche Giorgia Parmeggiani, la prima donna modenese, che ha creduto fino in fondo al sontuoso 3h30’40” finale, frutto di assiduo allenamento fra un turno e l’altro in Ostetricia al Policlinico.

Il labirinto si intreccia poi quando i passi sono quelli di 10 amici sassolesi, tutti fra i 23 e i 29 anni (nella foto grande al centro). L’idea nasce da Luca Chiletti e Matteo Sola, che coinvolgono Marco Casini, il talento classe 1999 della Delta Atletica. Marco non ha mai corso oltre la mezza, ma la maratona è una sfida affascinante: ad inebriare è la prima volta negli States con gli amici. Che, da tre, diventano presto 10, grazie al coinvolgimento di Ctg Sassuolo, La Gnoccheria e Vds Fashion Service: Marco chiude in 3h07’35”, pagando il dazio previsto dopo il 30esimo. Pellacani, Chiletti, Caminati, Caiti, Sola, Mussini, Gao, Cavani e Ferrari esultano tutti al traguardo: un brindisi con 10 amici, tutti medagliati a New York.

È stato un compleanno speciale per Massimiliano Della Casa, che ha festeggiato al meglio le sue prime 50 candeline. A soffiarle insieme a lui c’erano due amici di lunga data, David D’Agostino e Cristiano Tabellini, compagni di corsa con la casacca sassolese della Atletica Mds Panariagroup.

C’è un altro tris di amici al traguardo, quello dei Modena Runners Club Marcello Raimondi, Paolo Pedrielli e Alessio Abbati. Di certo un viaggio intimo ed intenso per Patrizia Olivieri. E’ stata la scomparsa della mamma Teresa lo scorso ottobre, a poco più di un anno da quella del padre, a farla gettare a capofitto nella corsa. Con lei c’erano i compagni del gruppo Runners & Friends del Moro, Michele Checchia, Rosy Salerno e Daniela Ciriesi, bravissima a coronare sotto le 4 ore il suo sogno.

Ognuno ha avuto il suo personale motivo per correre a New York. Fosse la prima volta, come per Lisa Daya e l’amica Alessandra Cagliari, entusiaste protagoniste insieme ai rispettivi mariti Marcello Levi e Matteo Panini.

Fosse l’ennesima per chi, come Cristiana Baschieri, porta con orgoglio già al collo l’ambita esamedaglia delle Six Majors. Fosse addirittura la 28esima, come è stato per la professoressa sassolese alla Trinity University di San Antonio Maria Pia Paganelli e per Angelo Lolo Tiozzo, inesauribile guida di Ovunque Running che, insieme ai fidi scudieri Alessandro Della Santunione e Massimo Rossi, ha scortato sotto la Statua della Libertà 430 italiani, 270 dei quali impegnati in gara.

Alessio Reggiani, preparato da Gabriele Rossi, ha gareggiato insieme agli zii Alberto Reggiani e Daria Battini, dedicando l’impresa alla memoria di nonno Albertino, proprio nel giorno del suo compleanno e di nonna Fernanda. Qualcun altro, come la Run Different Valeria Montanari, ha fatto tappa in Central Park, insieme ad Alessio Melotti, con il mirino già puntato sul Tor des Geants 2024. Ogni maratoneta si è perso un pò, ieri, a New York. Il “nessun luogo che ognuno si è costruito attorno e che nessuno vuole lasciare più”. l