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La storia. Big Air Freeski

Da Fanano alla Corea. Flora portabandiera alle Olimpiadi invernali: «Che gioia, mi si è fermato il cuore»

di Manuel Marinelli
Da Fanano alla Corea. Flora portabandiera alle Olimpiadi invernali: «Che gioia, mi si è fermato il cuore»<br type="_moz" />

La 16enne Tabanelli sarà protagonista alla sfilata dei prossimi Giochi giovanili

11 gennaio 2024
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Fanano Come raccontato nei giorni scorsi sarà Flora Tabanelli la portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi Giovanili Invernali, in programma il 19 gennaio in Corea del Sud. A soli 16 anni la fananese è già un astro nascente del Big Air Freeski e sarà la prima emiliana dopo un certo Alberto Tomba a portare il Tricolore in occasione della cerimonia di apertura dell’Olimpiade. La sua è una disciplina di cui si sa poco che consiste nell’eseguire il maggior numero di rotazioni sugli sci in volo. Un mix di coraggio e grande abilità, concentrati in una giovane atleta che in soli 2 anni ha già collezionato un terzo posto alla Coppa del Mondo e la medaglia d’oro e d’argento ai Mondiali junior.

Tabanelli, come ci si sente ad essere la portabandiera del proprio paese?

«È una grande emozione, non me lo aspettavo. Quando hanno pronunciato il mio nome mi si è fermato il cuore, ero felicissima».

Lo sci freestyle in Italia non ha grandi precedenti, da dove nasce la passione?

«Ho seguito le orme di mio fratello Miro, lui è appassionato fin da piccolo. I miei genitori, gestori del rifugio Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo, ci hanno sempre fatto fare di tutto, dallo sci alpino al pattinaggio, siamo nati e cresciuti sugli sci. Da quando sono qui a Pozza di Fassa ho iniziato con il Big Air e con lo Slopestyle, a mio fratello piaceva così ho provato anche io e mi è piaciuto, l’ho trovato divertente. Le basi le avevo già, sciando da quando ho 2 anni, così ho proseguito ed eccomi qui».

Cosa conta di più nel Big Air?

«I giudici guardano specialmente alle rotazioni in aria, ma conta molto anche l’ampiezza del salto, ovvero quanto si va lunghi, circa 20 metri, e l’atterraggio. Atterrare male equivale a cadere per la giuria. Serve trovare la giusta velocità per fare il salto giusto, né troppo lungo né troppo corto. Non nego che inizialmente avevo un po’ di paura, ma passo dopo passo ho trovato fiducia scendendo da rampe sempre più alte».

Portare Fanano in giro per il mondo è un bell’orgoglio…

«Fa molto piacere. Quando spiego da dove vengo mi trovo spesso davanti facce un po’ spaesate. Ma è bello far conoscere il mio paesino, spiegare che è un bel posto circondato dalle montagne».

Sente nostalgia di casa?

«Ormai sono a Pozza di Fassa da 3 anni. All’inizio ero un po’ titubante, ma penso di aver fatto la scelta giusta. Avere i miei fratelli allo ski college insieme a me mi ha sicuramente aiutato. Qui si cresce tanto, è una bella esperienza vivere da soli. Frequento un liceo artistico pensato per chi fa sport, dunque le assenze per le gare non vengono conteggiate. In collegio pensiamo a tutto noi: ci facciamo da mangiare e facciamo la lavatrice».

Quanto si allena una campionessa di freeski?

«Praticamente tutti i giorni, anche per le feste sono rientrata a Fanano giusto per cinque giorni, poi sono tornata subito qui».

Obiettivi futuri?

«Intanto fare bene in Corea, a breve termine. Poi il sogno sarebbe qualificarmi per le Olimpiadi “dei grandi”. Mi piacerebbe anche essere d’ispirazione a chi vuole fare questo sport, una disciplina diversa ma che merita e si sta evolvendo sempre di più. Molti lo vedono come pericoloso e difficile. Lo è, ma come ogni altro sport. Se si inizia dalle basi pian piano si riesce a fare tutto».