Modena Volley, il consiglio di mamma Vera Mossa: «Bruninho, ti vedo già allenatore»
«Ma non credo che al momento sarebbe a suo agio seduto in panchina. Sono comunque certa che resterà nel mondo della pallavolo come dirigente»
MODENA. Bruno Mossa de Rezende ha salutato mercoledì sera il PalaPanini. Un arrivederci quello del fuoriclasse brasiliano al palazzetto che l'ha visto crescere, come uomo e come giocatore, e l'ha visto protagonista di meravigliose vittorie e prestigiosi successi. Bruno però da giocatore non metterà più piede all'interno del Tempio del volley perché la prossima partita di Modena Volley si giocherà a Verona, come l'eventuale finale del girone valido per il quinto posto, mentre il prossimo anno il palleggiatore tornerà a giocare in patria. Una carriera sensazionale, tantissimi ricordi indimenticabili e l'ultimo, commosso saluto a Modena e alla sua gente che, fin da subito, hanno accolto Bruno come un eroe e fatto diventare un cittadino onorario modenese.
LA MAMMA DI BRUNO
Vera Mossa, la mamma di Bruno, non si è voluta perdere l'ultima gara di suo figlio con la maglia di Modena Volley al PalaPanini e, mercoledì sera, ha fatto il tifo dagli spalti. «È stato molto emozionante, fin dal momento in cui sono entrata in questo palazzetto. Ho avuto come l'impressione, ancor prima che iniziasse la partita, che sarebbe stata una serata cosi bella e piena di emozioni. Cosa che effettivamente è stata. La vita di Bruno è stata felicissima qui a Modena. Noi siamo sempre stati contenti di vederlo in questa città e così felice. Siamo venuti tante volte a vederlo giocare e, anche a noi, ci siamo sempre trovati benissimo Modena. È fantastico vedere come questa città, i suoi abitanti, vogliano così tanto bene a mio figlio».
QUESTIONE DI FAMIGLIA
Il talento di Bruno deriva dalla mamma perché Vera Mossa è stata una grande giocatrice. Ha giocato cinque anni in Italia (due a Perugia e tre a Sumirago, in provincia di Varese) e ha fatto parte della nazionale brasiliana con la quale ha partecipato alla Olimpiadi del 1980 e del 1988, oltre che ai campionati mondiale del 1986. «Bruno è anche modenese, senza dubbio – prosegue Vera Mossa – nessuno di noi può sapere che cosa può succedere nella vita, però è possibile che Bruno possa tornare a Modena, magari tra qualche anno. Sicuramente potrebbe tornare per lavorare nel mondo della pallavolo, ricoprendo un ruolo diverso rispetto a quello che ha sempre fatto, ovvero quello di palleggiatore. Ha giocato tanto, e giocherà anche il prossimo anno, però adesso è quasi arrivata anche la sua ora, a breve smetterà di giocare. Siamo tutti curiosi di capire che cosa farà dopo il volley giocato».
“BRUNO, FAI L’ALLENATORE”
La mamma è sempre la mamma e Vera Mossa, la persona che al mondo conosce meglio Bruno, ci dice in anteprima che cosa sicuramente non farà Bruno tra qualche anno. «Lui sarebbe un bravissimo allenatore, però non sembra che, al momento, abbia tanta voglia di sedersi su una panchina. Io penso che, al netto della sua volontà attuale di continuare a giocare, rimarrà nel mondo della pallavolo. Magari come dirigente, perché no. Come allenatore però mi sembra molto difficile». Vera Mossa si è goduta la festa dedicata a Bruno da dietro le quinte, guardando il figlio che firmava centinaia di autografi e si concedeva ad altrettanti selfie con tutti i tifosi assiepati nell'atrio del PalaPanini per dargli un ultimo saluto. Quindi il taglio della torta e un brindisi con tutti i presenti per un Bruno emozionatissimo e che non scorderà mai questa serata speciale.