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Parigi 2024

Alla scoperta della modenese Elisa Iorio: le sue prime parole dopo l’argento alle Olimpiadi

di Ernesto Bossù
Alla scoperta della modenese Elisa Iorio: le sue prime parole dopo l’argento alle Olimpiadi

A Parigi le ragazze azzurre della ginnastica artistica sono state battute solo dagli Usa della marziana Biles: «Questa medaglia ha ripagato tutti i sacrifici che ho fatto in passato»

14 agosto 2024
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MODENA. Alle Olimpiadi di Parigi davanti a Elisa Iorio e le altre azzurre solo una nazionale, gli Stati Uniti, guidati da una marziana di nome Simone Biles. Ma lei, modenesissima, non ha tremato al pari delle compagne e seppur abbia dovuto cedere il passo alle americane che si sono prese l’oro, ha messo in fila nazioni che sono mostri sacri della ginnastica artistica: Brasile, Cina, Gran Bretagna. 

Da Modena all’argento olimpico
Un argento che assomiglia tanto a un oro, anche perché arriva a un secolo dall’unica medaglia che l’Italia aveva conquistato nella disciplina. Ventuno anni compiuti lo scorso marzo, una carriera luminosa all’orizzonte ma, al tempo stesso, tanti successi che si è già messa alle spalle: la ginnasta a tinte gialloblù è uno di quei diamanti che nasce con cadenza secolare. E dopo il trionfo parigino, è tornata a casa per un po’ di riposo, in attesa delle vacanze più che meritate.

Le sue parole
«Sono contentissima tanto da non riuscire a esprimere neppure le mie emozioni. Questa medaglia – racconta Elisa – ha ripagato tutti i sacrifici che ho fatto in passato, rendendomi davvero molto orgogliosa in primis di me e poi delle mie compagne, con le quali siamo state capaci di salire sul secondo gradino del podio».
Sacrifici, sì, quelli veri. Quelli che alcuni sport ti chiedono e ti impongono se vuoi primeggiare. Non puoi eccellere se non allenandoti 6/8 ore al giorno tutti i giorni, tutto l’anno. Perché sicuramente, in giro per il mondo, le altre lo stanno facendo. Con un solo obiettivo in testa: le Olimpiadi. E così Elisa ha fatto per anni. Certo poi al sacrificio si affianca il talento che Elisa e le altre Fate della nazionale certamente hanno; poi ci sono le eccezioni ovvero il dono divino della già citata Biles. «Lei è una marziana, è completamente di un altro pianeta – ammette Elisa, che l’ha vista da vicino perché Italia e Usa hanno effettuato le rotazioni agli attrezzi insieme –. Le sue compagne di nazionale sono fortissime però, come ci ha sempre detto il nostro direttore tecnico Enrico Casella, non sono così inarrivabili. In un futuro, quando si ritirerà Simone Biles, perché no, ce la possiamo giocare con loro».

Il sogno
Il sogno è ovviamente distante quattro anni, Los Angeles 2028, i prossimi Giochi olimpici. E superarle sarebbe il coronamento di un sogno. Anche perché nel centro federale di Brescia, quello che l’ha accolta fin da quando aveva dodici anni, Elisa lavora per quello: sveglia alle sette, colazione e poi allenamento dalle 8.30 alle 13. Quindi si va a pranzo e poi si riprendono gli allenamenti dalle 14 fino alle 16.

I genitori entusiasti
Al suo fianco, anche se, nella lombarda quotidianità dell’atleta, da lontano, ci sono sempre mamma Giulia, papà Gianluca e il fratello Giacomo. Una famiglia che l’ha appoggiata nella scelta di andare, fin da giovanissima, a inseguire il proprio sogno lontano da Modena.
«Non riesco a esprimere quanto siamo orgogliosi di Elisa – aveva spiegato all’indomani della gara finale, al nostro quotidiano, il padre di Elisa, andato a Parigi insieme alla madre –. Ha lavorato duramente, dedicando tempo ed energia alla ginnastica artistica, e vedere il suo impegno coronato con una medaglia d’argento alle Olimpiadi è un’emozione indescrivibile. La sua determinazione, passione e spirito competitivo sono un esempio per tutti noi».

Quell’infortunio...
Un sogno, quello di Parigi, che ha rappresentato, per Iorio, la prima Olimpiade. A Tokyo, nel 2021, ci sarebbe dovuta andare, ma a proibirglielo fu un infortunio. Lo spettro di saltare nuovamente l’appuntamento, per la verità, l’ha accompagnata anche in terra francese. Ma nonostante l’infortunio alla caviglia accusato durante la gara di qualifica e che nella finale non le ha permesso di eseguire il volteggio, ha potuto comunque aiutare le compagne alle parallele asimmetriche, dove evidentemente la caviglia non le ha impedito di fornire la migliore prestazione possibile, con un ottimo punteggio da 14.266. Ora gli occhi sono puntati verso Los Angeles. Simone Biles avrà 31 anni, Elisa 25. Nel mezzo ci sono Mondiali ed Europei, cioè momenti in cui la squadra femminile di ginnastica artistica potrà testare ufficialmente la propria condizione per arrivare al meglio all’appuntamento in West Coast. Ma, intanto, chissà cosa avrebbe detto quando è salita sul podio di Parigi quella piccola Elisa che nel salotto di casa, come racconta lei stessa, quindici anni fa «amava fare le ruote per gioco. Da lì è iniziato il mio amore per la ginnastica che non ha mai smesso, e raggiungere un obiettivo che tutti gli atleti sognano ti ripaga, rendendoti orgoglioso». E conoscendo il carattere d’acciaio di Elisa, Parigi è solo un’altra pietra della carriera. Finite le vacanze si ricomincia a sudare in palestra. Inseguendo un sogno.