Gazzetta di Modena

Ormai invece che il filo della polenta si potrebbe usare la linea del Var. Sono sottili nello stesso modo, con la differenza che il filo aiuta a tagliare la polenta nel migliore dei modi, mentre forse la tecnologia applicata al calcio comincia a creare più problemi di quanti ne risolva. Per lo meno quando si tratta di definire una posizione di fuorigioco in occasione di un gol.

Rapporto tormentato

Con il Video Assistant Referee in generale il Modena ha avuto un rapporto tormentato in questo inizio di campionato, tanto che nelle tre partite finora disputate la tecnologia è stata sempre decisiva per i risultati finali. In negativo contro il Sudtirol, per il pareggio di Palumbo al 93’ annullato per un offside millimetrico di Zaro che si trovava sulla traiettoria del cross. Cinquanta e cinquanta contro il Bari, con rigore a favore concesso dall’arbitro e giustamente cancellato dal Var, ma anche con il penalty non visto da Scatena, poi richiamato a rivedere che il fallo su Gliozzi era evidente. Totalmente in negativo a Frosinone, dove il gol segnato da Distefano, annullato su immediata segnalazione dell’assistente, è stato poi convalidato dalla tecnologia, che in quel caso era affidata a Ghersini e Minelli.

Quanti dubbi

Il fermo immagine però ha creato più dubbi di quanti ne abbia sciolti, perché dalla linea tracciata il fuorigioco dell’autore del gol appare evidente, dato che la linea blu copre il suo piede, che appare più vicino alla porta del Modena, mentre lascia scoperto quello di Di Pardo, il più arretrato tra i gialloblù. Del quale è stata usata la proiezione virtuale a terra del suo tacco. Se è così o se sembra un effetto del meccanismo tecnologico usato, sarebbe comunque bene che si seguisse lo stesso concetto previsto nei tribunali: un gol per essere convalidato deve essere regolare al di là di ogni ragionevole dubbio.

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