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Modena, guarda Palumbo: sembra Fabbrini

di Claudio Romiti
Modena, guarda Palumbo: sembra Fabbrini

La mano fasciata che porta bene al fantasista e all’ex bomber

24 settembre 2024
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Ci sono fasciature e fasciature. Ci sono quelle necessarie in caso di infortuni, ma anche quelle che si tengono per scaramanzia. Se quelle del primo tipo sono le più numerose, come è ovvio, non sono poche però neanche quelle del secondo tipo. In casa del Modena, ad esempio, Antonio Palumbo ha una fasciatura alla mano destra dall’inizio di questa stagione e l’ha sempre avuta fin dalla prima partita ufficiale, quella di Napoli. Un bendaggio che poi ha mostrato anche nelle prime cinque giornate di campionato, dalla gara inaugurale di Bolzano con il Sudtirol all’ultima contro la Juve Stabia.

Il bilancio

Inizialmente è probabile che all’origine ci fosse stato un infortunio a quella mano, e che il bendaggio abbia motivi sanitari, dato che, se fosse una mossa… cabalistica, non si capirebbe perché confermarlo anche dopo lo sconfitta di Bolzano e, successivamente, dopo quella col Cittadella. In eventuale ottica scaramantica si potrebbe però spiegare per il rendimento del centrocampista gialloblù, grande protagonista, dopo l’eccellente scorso campionato, anche in tutte le gare ufficiali di questo inizio di stagione. Tanto che dopo cinque giornate di serie B è già in testa alla classifica degli assist (4) e in quella dei gol (2) più assist.

Corsi e ricorsi

Vedere in campo Palumbo con la fasciatura alla mano destra ha risvegliato il ricordo di un altro giocatore del Modena che per diverso tempo scese in campo con il bendaggio allo stesso arto, mantenuto anche dopo la guarigione dall’infortunio che l’aveva reso necessario. Si trattava di Andrea Fabbrini, che nell’anno della promozione in Serie A aveva tenuto per diverse partite la destra fasciata, anche dopo che il problema sanitario era stato risolto. Come lui stesso aveva ammesso allora e come conferma dopo più di vent’anni: «Visto che io facevo gol e la squadra stava volando verso la Serie A - rievoca il Fabbro - quel bendaggio era diventato una cabala, una delle tante che ci sono nel calcio. Così prima di ogni partita i miei compagni controllavano sempre se mi ero fatto fare quella fasciatura».

I precedenti

Una cabala che, tra i tanti, hanno rispettato anche altri calciatori, come Luis Suarez, che ai tempi del Liverpool si era infortunato a un dito della mano destra e che, a guarigione avvenuta, giocando molto bene in quel periodo, si guardò ben dallo sfasciare la mano. Idem Kim e Anguissa del Napoli nell’anno dello scudetto con Spalletti, e Benzema, ma l’elenco potrebbe continuare. Per completezza di informazione, ricordiamo però anche che a volte mani e polsi vengono fasciati a scopo preventivo, per proteggerli in caso di cadute scoordinate.

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