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Mandelli: «Modena, la sosta ci voleva. Grazie a Rivetti per questa opportunità»

di Andrea Lolli
Mandelli: «Modena, la sosta ci voleva. Grazie a Rivetti per questa opportunità»

Un centinaio di tifosi presenti all’allenamento a porte aperte al sintetico di Saliceta hanno potuto apprezzare il lavoro del nuovo allenatore del Modena

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MODENA. Una bella mattinata di sole sul sintetico di Saliceta ha accompagnato ieri, giovedì 14 novembre, la seduta di allenamento del Modena aperta al pubblico. Un centinaio di tifosi presenti ha potuto apprezzare il lavoro di mister Paolo Mandelli che sta iniziando a plasmare la squadra forte della conferma ufficiale ottenuta dalla famiglia Rivetti dopo il successo sulla Carrarese.


Mandelli al lavoro
A poco più di una settimana dalla ripresa del campionato con la trasferta di Cosenza, il neo tecnico canarino ha fatto il punto della situazione dimostrandosi tutt’altro che integralista nel suo modo di vedere il calcio: «Il modulo utilizzato sabato ha dato equilibrio e la squadra si è trovata bene. La difesa a quattro, però, è un’ipotesi che non mi sento di escludere, una porticina che voglio lasciare aperta perché avere un solo modulo può essere limitante».

Il punto sugli infortuni
Messa alle spalle la complicata settimana del subentro in corsa, Mandelli può ora concentrarsi sul lavoro in campo complice la sosta del weekend. L’obiettivo, però, non è solo quello di far assimilare alla squadra il proprio credo calcistico: «La pausa ci ha permesso anche di recuperare al meglio gli infortunati e di far riposare i ragazzi un po’ più stanchi, che avevano tirato la carretta per più tempo. Per quanto riguarda il gioco so che non sarà semplice plasmare la squadra a campionato in corso. Non penso a cercare di far tutte le cose che ho in testa, anche perché ce ne possono essere tante di sbagliate. Se sarò bravo sarò in grado di tirare fuori solo le cose migliori».

Il calcio secondo mister Mandelli
Il tecnico entra poi nel concreto del suo modo di intendere il calcio: «Se ho subito posto l’attenzione su un concetto in particolare? No, credo che l’importante sia fare bene quel che uno decide di fare. Sappiamo tutti che quel che conta è il risultato ed io penso che giocando bene aumenti le possibilità di vincere. Per questo voglio fare un calcio propositivo, perché penso sia più funzionale al risultato e non per piacere personale».

Il rapporto con la famiglia Rivetti
Mandelli torna poi sulle emozioni che regala la panchina gialloblù: «Ero già emozionato tre anni fa quando la famiglia Rivetti mi ha chiamato ad allenare la Primavera, per me tornare ad indossare i colori del Modena è stato molto gratificante dopo averlo fatto da giocatore. Figuriamoci, quindi, adesso che ho l’opportunità di allenare la prima squadra. Non voglio guardare troppo lontano, però, perché mi hanno insegnato che questo mette anche un po’ di ansia. La concentrazione è massima sul futuro a breve termine che ci vedrà affrontare un impegno delicato con una squadra forte».
Il legame con Troiano
Infine una battuta sul grande supporto che arriva dal vice Michele Troiano: «Negli inserimenti era bravo anche da giocatore. Scherzi a parte oltre alle sue competenze tecniche ha anche lo spirito di un vincente e credo sia bravo a trasmettere ai ragazzi il senso di competizione e cosa vuol dire essere più bravi degli avversari».