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L’intervista

Sassuolo, tifoseria più unita: «Si sta creando uno zoccolo duro»

di Valentina Spezzani

	I tifosi del Sassuolo a Bolzano
I tifosi del Sassuolo a Bolzano

Stefano Ingrami, anima del Club Sasol: «La Serie B sta portando allo stadio solo persone a cui interessa veramente la squadra. Si respira entusiasmo, la società si è avvicinata molto a noi»

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SASSUOLO. La curva che canta e si sente, i giocatori che battono le mani a tempo insieme ai tifosi al termine delle partite, la presenza di tanti supporters neroverdi anche in trasferta. L’aria in casa Sassuolo sembra cambiata, ne abbiamo parlato con Stefano Ingrami, ufficialmente tesoriere del Sasol Club, ufficiosamente tuttofare di questo importante gruppo organizzato.

Ingrami, quanti iscritti conta il vostro club?

«L'anno scorso, che è stato il peggiore per risultati sportivi da parte del Sassuolo, abbiamo raggiunto il nostro record e siamo arrivati a 174. Ci tengo a dire che la nostra campagna di tesseramenti non chiude mai e siamo sempre in aumento, ad oggi siamo a 145 e siamo soddisfatti, abbiamo avuto una buona risposta».

In effetti sembra che ci sia un aumento dell’entusiasmo e del coinvolgimento.

«Io penso che la Serie B porti allo stadio solo le persone a cui interessa veramente questa squadra, è bello girarsi da ogni parte e vedere solo i colori neroverdi. Negli anni di A era evidente che molti venissero a vedere i grandi club e non il Sassuolo. Siamo contenti di questo perché pensiamo che, lavorando bene quest'anno, si possa creare uno zoccolo duro che rimanga anche dopo un'eventuale promozione».

Ha colpito l'elevato numero di tifosi che ha seguito la squadra a Bolzano contro il Sudtirol, il colpo d’occhio del settore ospiti era notevole.

«Non solo in quell'occasione c'è stata partecipazione, già a Brescia eravamo in un buon numero. Quello che ci tengo a dire è che siamo molto più uniti rispetto agli altri anni, chi viene in trasferta, di qualunque età, ci tiene a stare in mezzo agli altri, a cantare, a farsi sentire, ed è bello».

Anche la squadra sembra essersi accorta di questo, viene spesso sotto la curva.

«Era un nostro obiettivo quello di far sì che i calciatori si avvicinassero di più a noi, quest'anno è accaduto in modo naturale, probabilmente anche grazie al lavoro di società e allenatore e alla disponibilità dei ragazzi. E i risultati stanno aiutando, è più semplice avere uno scambio di vedute in positivo coi giocatori, ma noi continueremo su questa linea, deve essere così, noi dobbiamo cercare di coinvolgere loro ancora di più e viceversa».

Collaborate con altri gruppi organizzati?

«Principalmente con l'altro gruppo del nostro settore, i Sic Ex Murice Gemmae, le mentalità sono diverse ma l'obiettivo è unico, al di là di eventi e coreografie, cerchiamo di creare anche all'esterno una sinergia che ci permetta di aumentare i sostenitori. Mi preme fare una precisazione: inviterei la gente a conoscere meglio questi ragazzi, senza ipocrisia mi sento di dire che lo stadio a volte tira fuori il peggio di ognuno di noi, ma conoscendoli al di fuori, hanno la testa sulle spalle e si può avere un ottimo rapporto anche con loro».

Come sono i rapporti con la società?

«Molto buoni, c'’è collaborazione, scambio di idee e opinioni, sempre per raggiungere l'obiettivo di cercare di portare più persone allo stadio. Noi tifosi a volte non capiamo che ci sono tante questioni burocratiche che non ci permettono di avere tutto e subito, ma è un dare - avere, noi abbiamo cercato di esserci sempre e il più possibile, e la società si è avvicinata molto a noi».

Nel buio della retrocessione, l’avere di nuovo un obiettivo comune sembra aver ridato unione ed entusiasmo.

«Per tornare in A la società ci deve mettere del suo, come sta facendo, e noi ci dobbiamo mettere del nostro. L’entusiasmo con i risultati buoni ovviamente si crea più velocemente. È normale che sentire parlare la società di obiettivo serie A nel minor tempo possibile, vedere impegno e disponibilità dei calciatori nei confronti dei tifosi, aiuti. Dovremo però remare tutti dalla stessa parte sempre, anche in momenti meno felici».

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