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L’intervista

Davide Martelli e un sogno tricolore: «Ero una testa calda, il pugilato mi ha salvato»


	Davide Martelli
Davide Martelli

Il 20enne di Sassuolo, portacolori della Reggiana Boxe Olmedo, parteciperà ai campionati italiani Elite

29 novembre 2024
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SASSUOLO. Pensare, prima di colpire. È il ritornello che Davide Martelli ripete ogni volta che sale sul ring. Nuovo candidato alla medaglia agli Assoluti che si terranno a inizio dicembre, il 20enne sassolese (21 tra un mese) farà parte del nutrito gruppo di atleti della Reggiana Boxe Olmedo che hanno ottenuto il pass per i campionati italiani Elite.

Martelli, lei è l'ultimo arrivato alla Reggiana Boxe Olmedo. Com’è stato l'impatto con la nuova palestra?

«Io vengo da una palestra di Sassuolo più di tipo commerciale. Qui invece sono tutti pugili. Abbiamo tutti un obiettivo comune e mi sono trovato in mezzo alla mia gente, dove parliamo la stessa lingua. Avevo bisogno di nuovi stimoli».

Cosa è cambiato nella sua preparazione?

«Sto raffinando il mio stile. Sono sempre stato un picchiatore che cerca la corta distanza, solo che avevo tantissime lacune tecniche. Ora a Reggio ho sistemato la guardia, ho imparato a lavorare sulla testa. Pensare prima di sparare i colpi, e ascoltare molto l'angolo. È capitato una volta che non ascoltassi l'angolo e Michael Galli si è molto arrabbiato».

Nella sua categoria di peso, i 70 kg, i colpi sono particolarmente duri…

«Sono soprattutto molto secchi, veloci e tecnici. Nei pesi più pesanti sono più lenti, anche se più poderosi. Io devo essere sempre concentrato tecnicamente».

Lei abita a Sassuolo, come si organizza per allenarsi a Reggio?

«Ogni giorno, cinque giorni alla settimana, prendo il treno e mi alleno dalle 15 alle 17. Poi torno a Sassuolo e dalle 19 alle 23 vado alle scuole serali».

Ha avuto difficoltà a scuola negli anni passati?

«Sì tante, sono stato rimandato più volte. Adesso però sono molto concentrato, voglio andare avanti e ottenere il diploma. Io punto tanto sul pugilato, ma non si sa mai nella vita. E quindi sono focalizzato nel cercare di entrare all’Università, nel corso di Scienze motorie».

Che effetto ha avuto il pugilato nella sua vita?

«Lo sport mi tiene lontano dai guai, perché da ragazzino ero un po’ una testa calda. Ho conosciuto il pugilato in tempo per fortuna... Sfogarmi in palestra mi calma, mi fa stare concentrato. Anche per questo i miei genitori mi sostengono».

Non è la prima volta che partecipa agli Italiani. Cosa è cambiato?

«La prima volta da élite li ho fatti nel 2022. Ora mi sento decisamente più esperto. Avevo 18 match, adesso ne ho quasi 50 e una consapevolezza molto diversa».