Pedro Mendes si racconta: «Io, Leao, lo Sporting e l’Europa»
L'attaccante del Modena parla del suo passato: «A Lisbona ho giocato insieme a Rafael, Vitinha e Nuno Mendes La svolta della carriera col Guimaraes, poi l’Italia. Per diventare un idolo a Modena devo fare di più»
MODENA. La passione per le moto, i videogiochi e la musica, ma anche il suo percorso calcistico e tanto altro. Pedro Mendes si è raccontato nell’11° episodio della rubrica Controvento, format ideato dalla società gialloblù sui propri social ufficiali per far conoscere qualcosa in più dei propri idoli.
La passione per le due ruote
E l’attaccante portoghese, nativo di Guimaraes, è stato l’ultimo protagonista a mettersi a nudo partendo dagli inizi: «Fin da piccolo mi piacevano il calcio e le moto poi forse mio papà ha capito che queste erano uno sport molto più tosto e ha optato per il calcio. Appena finirò di giocare, però, me ne comprerò almeno un paio, mi piacciono sia quelle da strada che da cross».
Il passato calcistico
Fra Vitoria e Moreirense, i due principali club di Guimaraes, muove i primi passi il giovane Pedro che poi vede la svolta nel passaggio allo Sporting Lisbona: «Sono andato via di casa a 17 anni è mi è piaciuto molto perché hanno un centro sportivo in cui si può anche abitare fino alla maggiore età. L’esperienza con l’Under 23 è stata bellissima perché avevamo una squadra molto forte con gente del calibro di Nuno Mendes, Matheus Nunes, Vitinha, Thierry Correia ed anche Rafael Leao». E proprio con l’attaccante in forza al Milan si è instaurato un rapporto di amicizia che va oltre al campo: «E’ una brava persona ed anche un bravissimo giocatore. Siamo rimasti amici dopo Lisbona, è anche venuto qua e ha regalato la sua maglia a me e due amici».
La svolta
La svolta nella carriera di Pedro, però, ha una data ben precisa ovvero il 19 settembre 2019, giorno dell’esordio con gol in Europa League: «Sono entrato e dopo 70 secondi di partita ho fatto gol. Ricordo che ho stoppato la palla e questo mi ha aiutato anche a tirare subito di prima e segnare. E’ stato bello, quel gol mi ha poi aperto alcune opportunità per la mia carriera».
L'arrivo in Italia
Nell’estate del 2022, poi, l’arrivo in Italia: «Non avevo mai pensato di arrivare in Italia, anche se mi piaceva, poi c’è stata l’opportunità di Ascoli e quest’estate del Modena. Ho trovato un ambiente bellissimo, sono arrivato direttamente a Fanano e i compagni mi hanno accolto alla grande, sono stati carini anche quando non mi allenavo. Oltre a Botteghin, che già conoscevo, ho fatto amicizia in particolare con Palumbo e Bozhanaj. Le mie sfide con quest’ultimo sulle punizioni? In allenamento ho già vinto pranzi, cene e di tutto, vinco sempre io». Infine il rapporto con i tifosi a partire dallo storico gol nel derby alla Reggiana: «Per il pubblico, la città, la storia e il momento credo sia stato uno dei miei gol più importanti. Sono un idolo? No, devo fare ancora di più per diventarlo. Amo la Curva Montagnani, mi piace tanto andare sotto ad esultare».