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L'intervista

Federica Pelloni, da Castelvetro alla Serie A1: «Ho coronato il mio sogno, e ora la nazionale...»

di Manuel Marinelli
Federica Pelloni, da Castelvetro alla Serie A1: «Ho coronato il mio sogno, e ora la nazionale...»

Il libero sassolese classe 2002 da questa stagione difende i colori di Busto Arsizio «Giocare nel campionato più competitivo al mondo è dura, ma sto crescendo molto»

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Un’avventura partita nel Castelvetro volley, poi la scalata: prima la chiamata della Liu Jo di Modena, poi Imola, Offanengo e infine l’esordio in Serie A1 questa stagione con la maglia della Eurotek Uyba Busto Arsizio. La protagonista è lei, Federica Pelloni, libero classe 2002 di Sassuolo che da quest’anno ha ufficialmente messo piede nella pallavolo dei “grandi”. «Giocare nel campionato più competitivo al mondo è dura, ma mi sto ambientando e stiamo facendo bene. Questo era il mio sogno».

Pelloni, tutto è cominciato nel minivolley di Castelvetro…

«Esatto, ho iniziato nel Castelvetro, avevo 6 anni e ho giocato lì fino ai 14. Poi mi hanno chiamato alla Liu Jo a Modena, che è si è trasferita a Sassuolo l’anno successivo. Qui ho finito le giovanili e ho fatto l’esordio in A2 a 18 anni. Dopo un paio di stagioni in A2 tra Imola e Offanengo è arrivata la chiamata da Busto Arsizio e… la mia vita è cambiata definitivamente».

Da banda si è trasformata in libero. A posteriori una scelta vincente?

«Sì, non ero abbastanza alta, dovevo cambiare ruolo e ho scelto di ascoltare persone più esperte di me, non è stato facile ma ho fatto bene. Il libero fa il lavoro sporco, però da tanta soddisfazione. Quest’anno ho difeso una schiacciata di Myriam Sylla… è stato incredibile, un’emozione bellissima».

Cosa si prova a giocare in un campionato del genere a 22 anni?

«La prima partita in A1 abbiamo giocato contro Conegliano, stringere la mano a 4 campionesse olimpiche è una cosa che non capita tutti i giorni. È il campionato più competitivo al mondo, è dura, ci sono giocatrici forti, la differenza tra A2 e A1 è enorme, la palla gira a velocità differente, arriva con grande forza. È stato molto difficile abituarmi a queta nuova categoria, ma sto prendendo confidenza, mi sto ambientando e i risultati si vedono, stiamo andando bene e sono sempre titolare. Sto dando il mio contributo e ne sono felice».

Siete una squadra giovanissima ma state sorprendendo. Qual è il segreto?

«Siamo ragazze giovani e inesperte, tutte al primo o secondo anno di A1. Ma stiamo giocando molto bene, abbiamo vinto contro corazzate sicuramente più attrezzate di noi e stiamo facendo una bella pallavolo. Vogliamo fare bene e siamo determinate, non c’è nessun segreto se non questo...».

Grandi soddisfazioni ma anche sacrifici…

«Stare lontano dalla mia famiglia e dagli amici è dura. Ma era il mio obiettivo, volevo arrivare qui. Lo vivo diversamente da un sacrificio. Fortunatamente la mia famiglia mi supporta, vengono a vedermi in casa e trasferta. E ho anche delle amiche fantastiche che non fanno mancare il loro calore al palazzetto. Devo ringraziare anche Carmelo Borruto, mi ha voluto ai tempi della Liu Jo, mi ha spinto ad andare a Imola e infine mi ha richiamato anche a Busto Arsizio, ha sempre creduto in me».

Ha coronato il sogno di giocare nella massima serie. Ora manca solo la chiamata della nazionale…

«Per ora non c’è stato nessun contatto, il sogno ovviamente c’è ma voglio fare un passo alla volta. Ora come ora fare bene qui in A1 è l’obiettivo, poi vedremo quello che succederà. Non me lo impongo, ma se accadrà sarò felicissima».l

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