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La scoperta

Giocatore del Modena morto in guerra, le sue lettere ritrovate 110 anni dopo

di Mattia Vernell

	Paolo Ruini, ex militare e calciatore dei gialli (Foto dal libro Modena Football Club 1912-2012 Artioli Editore)
Paolo Ruini, ex militare e calciatore dei gialli (Foto dal libro Modena Football Club 1912-2012 Artioli Editore)

La storia del sottotenente Paolo Ruini scoperta per caso da uno studente

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GUIGLIA Quando il 21enne Enrico Degiorgis ha comprato, per pochi euro, una guida in lingua inglese in un mercatino dell’usato di Bologna, non s’immaginava cosa contenesse quel libro che aveva tra le mani. Solo una volta tornato a casa, sfogliate le pagine, si è accorto che c’erano delle lettere, impolverate ma ben conservate, utili per scrivere un piccolo frammento di storia contemporanea.

Militare e canarino

«Erano indirizzate al sottotenente Paolo Ruini - spiega - originario di Pieve di Trebbio, nel territorio di Guiglia, arruolato nella 55esima brigata detta “Marche”, che nella Prima guerra mondiale combatterono in Albania. Ruini morì proprio al largo di Valona, di ritorno dalle battaglie, a causa dell’affondamento del piroscafo Principe Umberto, colpito da un sommergibile austriaco.

Erano in duemila a bordo della nave e morirono quasi tutti. C’è un libro molto esaustivo, di Enzo Raffaelli, intitolato “La tragedia incensurata”, fondamentale per le ricerche che sto conducendo. Ho inoltre scoperto che il signor Ruini è uno dei primi giocatori della squadra Modena F.C., ha vestito la maglia gialloblu nella stagione 1912-1913. La sua biografia, la memoria del soldato, calciatore e uomo che era, ha suscitato il mio interesse. Le lettere sono datate un anno prima del naufragio».

Le ricerche

Così è iniziata la grande ricerca del 21enne veronese, che frequenta la facoltà di Filosofia nell’università della sua città. Dentro alla guida turistica comprata a Bologna da Enrico Degiorgis c’erano due lettere e una cartolina postale. «Sono dell’estate 1915: la prima è scritta dal padre, in cui omaggia l’impegno del figlio che, in quel momento, era di stanza in Friuli, dove alloggiava la 55esima brigata. La seconda è della sorella Anita, in cui invoca il giorno in cui si rivedranno, con parole dolci e d’affetto. La terza è della madre Adelina e della sorella Bianca, in cui chiedono rassicurazioni sul suo stato di salute, e poi una preghiera, quella di rivederlo presto di ritorno. Dopo un attento studio, sono riuscito a decifrare quasi tutte le parti testuali».

Le lettere sono scritte visibilmente a mano con l’utilizzo di un calamaio o di una penna stilografica, e ogni firma mostra calligrafie differenti. Si possono leggere nitidamente alcune frasi: la parte che porta la firma della sorella Bianca, è proprio il sollecito descritto da Degiorgis: “Provi, Paolino, a chiederlo il permesso di venire a casa per alcuni giorni? Senza ch’io te lo dica immagini che ti vedremmo volentieri!”.

Tra i primi giocatori del Modena

«Sono settimane che mi dedico quotidianamente alla ricerche di Ruini – continua lo studente – per fare luce sulla sua storia. Vorrei cercare di rintracciare eventuali discendenti per capire se ci sono più documenti, servendomi anche eventualmente degli archivi locali», conclude il giovane. Come riferito da Degiorgis, Ruini fu tra i primi a essere schierato nel neonato Modena. Era un terzino sinistro, e nella stagione successiva, non avendo spazio in squadra, passò al Reggio F.B.C., dedicandosi agli studi sino alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Volontario, sottotenente nel 55° Fanteria con cui combatté dallo Stelvio all’Isonzo, Ruini si guadagnò un encomio per un’audace azione di ricognizione nelle trincee avversarie sul Monte Piana nel luglio 1915, prima di perdere la vita al largo di Valona.