Bertolini saluta le corse: «Mi ritiro, è stato super»
Il pilota sassolese legato a Ferrari e Maserati appende il casco a Monza dopo dieci titoli internazionali
SASSUOLO. Andrea Bertolini è il pilota italiano in attività ad aver vinto il numero più alto di titoli internazionali nel motorsport (dieci). Conosciuto universalmente come pilota di Ferrari e Maserati, sia nelle corse che come collaudatore, incredibilmente, ha deciso di interrompere la sua carriera agonistica a partire dalla prossima gara di Monza in programma domenica.
Una notizia questa che coglie di sorpresa ma che in realtà è maturata nella mente del pilota sassolese da qualche tempo dopo aver vinto l’ultimo titolo tre anni fa con la Ferrari. La gara di Monza segna un traguardo importante nella vita e nella carriera di Andrea: 25 anni di attività agonistica. Una vita sulle quattro ruote iniziata a 10 anni con i kart, sostenuta anche dalla passione della sua famiglia che lo ha sempre supportato anche dal punto di vista economico con molti sacrifici. Cinquantunenne, il pilota sassolese è uno degli esponenti più vincenti di questa “terra dei Motori” che ha tanti compagni da Andrea Montermini a Fabrizio Giovanardi, solo per citarne alcuni, ma è anche uno dei più giovani collaudatori delle Ferrari GT stradali a soli 19 anni.
Bertolini, come mai ha preso questa decisione che a tanti appassionati giunge inaspettata?
«In realtà dopo aver vinto sei\sette titoli nei vari campionati internazionali, mi ero ripromesso di arrivare a dieci e poi fermarmi. Questo è successo tre anni fa con la Ferrari ma mi hanno chiesto di proseguire e non me la sono sentita di fermarmi. Lo scorso anno abbiamo rischiato di tornare a vincere ma un incidente occorso al mio compagno ci ha fermati in seconda posizione».
Perché proprio Monza e perché adesso?
«Perché sono passati 25 anni dall’inizio e mi sembrava bello concludere proprio in Italia. Sicuramente non mi fermerò continuando il mio lavoro come collaudatore, poi se in futuro mi chiederanno di fare qualche corsa con macchine d’epoca potrei anche dire di sì (ride, ndr). Al momento vorrei aiutare i ragazzi più giovani a crescere come piloti da corsa e perché no, aiutarli a vincere, inoltre mi piace molto il mio ruolo di collaudatore delle auto da corsa Ferrari e di essere brand ambassador della Maserati».
Il ricordo più brutto che porta nel cuore?
«In realtà anche se ho avuto diversi incidenti, ma nessuno molto grave, ricordo con molto dispiacere la morte di Jules Bianchi nel 2015 nove mesi dopo il suo incidente in Giappone. Ero andato a trovarlo in ospedale a Nizza. Ero molto legato a Jules, che era cresciuto in Ferrari nella Driver Academy, un pilota con un potenziale grandissimo».
Mentre il ricordo più bello?
«In questo caso i ricordi sono veramente molti, come pilota forse la vittoria nel 2006 del primo campionato mondiale con la Maserati MC 12 e per questo devo sempre ringraziare i miei genitori che mi hanno trasmesso la passione e mi hanno sostenuto in tutto. Invece da spettatore interessato, la vittoria di Le Mans del 2023 della Ferrari mi ha regalato una emozione indescrivibile, conoscendo la storia della macchina ma anche quella dei piloti, la mia è stata una gioia vera di quelle che restano nel cuore e nella memoria. Ma non posso dimenticare un’altra emozione da brividi quando Jean Todt mi ha chiamato e mi ha affidato il ruolo di collaudatore della Ferrari F1. Passavo dai kart alla Formula 1, il sogno di tutti i ragazzi che amano le quattro ruote da corsa. Il mio è stato un viaggio bellissimo durato 25 anni, dopo i kart nel 2001 ho esordito nel mondiale con la Porsche 996 GT3-R nel campionato FIA GT con il nulla osta della Ferrari. L’anno successivo è stata la volta della Ferrari 360 Modena e nel 2003 con la stessa macchina, in coppia con Fabrizio de Simone, è arrivato il primo titolo nella classe N-GT. Nel 2004 sono salito sulla Maserati MC12 in coppia, tra gli altri, con Mika Salo e nel 2006 è arrivato il primo titolo nel FIA GT dopo la delusione del 2005 dove il ritiro per un problema meccanico nell’ultima gara ci ha privato del titolo».
Il futuro?
«Credo di poter dire che sono in effetti molto contento di essere un pilota collaudatore e sviluppatore di tante macchine eccezionali, ma spero anche di poter essere di aiuto ai ragazzi che sognano di diventare piloti da corsa sia con vetture a ruote coperte ma anche scoperte. Mi sento di poter aggiungere che in diverse occasioni la voglia di vincere, di arrivare primo è arrivata dalle sconfitte, alcune più dolorose altre meno, ma quando cadi se hai voglia di riscatto, di rivincita questo ti da la spinta per risalire e riprovarci».
Il nome di Andrea Bertolini resterà sempre legato ai campionati mondiali vinti con una macchina come la Maserati che, sia pure di proprietà della Ferrari in quel periodo della sua storia, meritava e merita di rinnovare una tradizione che Modena può vantare da tanto tempo. Sicuramente il pilota Bertolini ci mancherà come pilota da corsa ma in realtà sarà sempre al volante di Ferrari e Maserati come pilota, collaudatore e uomo.
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