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Catia Pedrini: «Modena? La squadra mi piace, servono pazienza e nervi saldi»

di Lara Lugli

	Catia Pedrini, ex presidente di Modena
Catia Pedrini, ex presidente di Modena

L’ex presidente gialloblù: «Ho delle grandi aspettative sul nuovo palleggiatore, spero che riesca a riaccendere il grandissimo talento di Sanguinetti»

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MODENA. Lasciare un segno del proprio passaggio, un’impronta indelebile del proprio intelletto e della propria visione: è ciò a cui aspirano in molti. Nel caso di Catia Pedrini, ex presidente di Modena Volley dal 2013 al 2022, non c’è alcun dubbio che quel segno resterà per sempre inciso nella storia del club, non solo per le coppe conquistate ma anche per una conduzione senza compromessi.

Con il suo carisma, la sua capacità di immaginare il futuro e il coraggio di prendere decisioni a volte scomode ma necessarie, ha trasformato non solo una squadra, ma un intero ambiente sportivo. L’eco delle sue scelte continua a farsi sentire, anche se dalla sua uscita di scena l’ambiente, la squadra e persino il modo di vivere Modena Volley sono cambiati profondamente, segno di una fase nuova che non sempre appare in continuità con il passato.

Con lei diamo uno sguardo a mercato, protagonisti e scelte della Modena del presente, analizzando punti di forza e aspetti ancora da consolidare. Dal nuovo roster alle dinamiche di spogliatoio, fino all’apertura al settore femminile, Catia Pedrini racconta la sua visione su un club che, pur cambiato, resta sempre al centro della sua attenzione e del suo affetto.

Se le dico “Modena Volley, oggi”, qual è la prima cosa che le viene in mente?

«Sempre e comunque un grande amore».

Che impressione ha del nuovo roster costruito per la stagione 2025/2026?

«Un roster costruito con lungimiranza: saranno necessari pazienza e nervi saldi per far sì che questa squadra si amalgami e si possa arrivare ad un gruppo coeso che possa esprimere quanto prima il proprio potenziale».

Quali punti di forza e quali punti deboli vede nella squadra che andrà in campo?

«Il palleggiatore potrebbe rappresentare la punta di diamante che accende la squadra. Il libero (Perry, ndr)è molto forte. Mati e Porro rappresentano due grandissime promesse. Per quanto riguarda Giovanni Sanguinetti, un grandissimo talento che mi auguro troverà la sua palla col francesino. A bilanciare Daviskiba ed Anzani che sono due certezze».

Che tipo di innesto avrebbe considerato prioritario?

«Palleggiatore, opposto e martello».

Si era parlato di una possibile partenza di Sanguinetti: perché, secondo lei, avrebbe dovuto desiderare di andarsene?

«I motivi sono diversi: se un giocatore vuole cambiare aria è perché non sta bene dov’è. Certamente la gestione del gruppo e l’ambiente interno sono stati elementi che lo hanno mortificato più che ascoltato, capito ed aiutato a crescere».

Negli ultimi mesi la società ha anche intrapreso un nuovo percorso, aprendo al settore femminile con una squadra di B2, questa operazione è stata presentata dalla società come un investimento a lungo termine volta a portare il PalaPanini sempre più al centro della città. Una scelta - legata anche alla questione Volley Modena, società neopromossa in A2 femminile che aveva chiesto di poter giocare al “Palazzo - che ha destato non poche polemiche.

Che opinione ha della scelta di Modena Volley di aprire anche al settore femminile con una squadra di B2?

«Onestamente non mi sono fatta un’opinione: in astratto mi pare una bella cosa. In concreto spero tanto che non crei ulteriori complicazioni alla gestione del maschile che mi pare necessiti della massima attenzione e cura».

Crede che la nuova gestione stia valorizzando a sufficienza la storia e l’identità di Modena Volley?

«Per questa città, dopo Peppino Panini e Giovanni Vandelli, nessuno mai verrà considerato neanche vagamente all’altezza».

Pensa che qualcosa non abbia funzionato?

«Quando i risultati non arrivano comunicare è durissima. In questi tre anni si sono pagati l’inesperienza e i consigli di alcuni collaboratori interni. Auguro di cuore all’ingegnere Christian Storci, persona molto capace ed appassionata, di riuscire a sostituire egregiamente - e più in fretta possibile - chi opera con totale miopia un patrimonio della città che merita la più totale trasparenza».

La rivedremo al PalaPanini?

«Con gioia, sicuramente. Con l’entusiasmo di sempre».

Nonostante fino ad oggi abbia scelto di restare a “distanza di sicurezza”, forse per non gravare su un ambiente già carico di aspettative, Pedrini continua a monitorare le vicende di Modena Volley. Le sue parole testimoniano un legame profondo che non si è mai affievolito e che, come lei stessa ha confermato, la riporterà presto sugli spalti del PalaPanini.

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