Il Modena pareggia con l’Avellino: Di Mariano sfiora il colpo finale
Nel debutto casalingo allo stadio Braglia i gialli vanno sotto, poi Defrel rimedia. I campani chiudono in dieci per l’espulsione a Cagnano
MODENA. E’ la serie B, bellezza. Humphrey Bogart non c’entra ma piuttosto quella con l’Avellino è il prototipo di una partita che il Modena, c’è da scommetterlo, finirà per giocare spesso in questo campionato. Resta un punto – con l’Avellino al Braglia termina 1-1 con reti di Sounas per gli irpini e Defrel per i gialloblù – ma in fin dei conti bisogna guardare ad altro.
Il debutto casalingo
La prestazione della squadra di Sottil è stata intensa, determinata. C’è poco da recriminare sulla condotta di gara. Forse in attacco è necessario che i pezzi grossi comincino a fare scintille e probabilmente per questo potranno esserci ritocchi in questo ultimo giorno di mercato. Ma la prova in generale dei gialloblù è stata convincente tanto che i numeri relativi a possesso ed occasioni sono schiaccianti a favore di Gerli e compagni. Le spine nascoste tra le pieghe di una sfida che non poteva essere sottostimata nella sua complessità, non hanno tardato molto a farsi sentire sulla pelle del Modena. Sottil è logico nel confermare la squadra vittoriosa di Marassi con la sola eccezione di Defrel, recuperato, al posto di Di Mariano.
La partita davanti a oltre 11mila spettatori
Altrettanto ovvia è l’emozione che forse accompagna i gialli al debutto casalingo in un Braglia che si riempie di oltre undicimila spettatori, che per l’era Rivetti è il record di presenti all’esordio in un campionato; in tribuna anche il “solito” Sartori per un’altra radiografia a Beyuku durata poco più di un tempo (oltre a Pyythia già di proprietà rossoblù). I gialloblù partono contratti, provano a prendere subito in mano il gioco ma all’Avellino lasciano spazio alle proprie spalle. Il “pitone” Biancolino nel suo 4-2-3-1 piazza Patierno centravanti, sposta Lescano a sinistra e tiene Insigne a galleggiare tra le linee. Proprio Lescano dopo tre minuti si divora un’occasione clamorosa calciando male nel tentativo di incrociare. La formazione di Sottil impiega una manciata di minuti per trovare posizioni e possesso. Quando il Modena riesce a sistemarsi e cresce, allora la squadra irpina mette in atto la tattica dell’opossum: si finge morta per sfuggire al predatore; rintanata nella propria metà campo, chiude tutti gli spazi e quando nell’uno-contro-uno perde i duelli si affida a trattenute ed abbracci che un Massimi ai minimi tollera oltre il consentito e anche in modo pervicace quando il Var vorrebbe aprigli gli occhi: il fallo dopo dieci minuti su Gliozzi denudato dentro l’area piccola nel bel mezzo di una mischia furibonda pare un rigore evidente ma non per lui. La tanatosi dell’Avellino diventa stucchevole, Gliozzi rimedia botte da orbi per il trattamento che gli dedica Simic.
Il Modena ci prova
Sugli esterni i gialli trovano varchi ma i cross migliori, uno di Beyuku che taglia l’area piccola e un altro di Zampano, non raggiungono destinatari. L’occasione sul finale di tempo proprio di Beyuku lascia un senso di incompiuto su 45’ dominati. Fare un gol stanerebbe l’avversario ma sull’alba della ripresa i gialli con Gliozzi vivono l’amarezza di un’esultanza interrotta mentre quella biancoverde è reale col tiro vincente di Sounas nell’unica volta che i campani hanno messo il naso fuori dal cortile di casa. Ciò che a questo punto va messo in evidenza è il modo in cui la squadra di Sottil ha rifiutato categoricamente la beffa. Questa è una qualità caratteriale di enorme valore che pare proprio nel Dna di questo nuovo gruppo. Il Modena le prova davvero tutte e se l’area diventa difficile da raggiungere con gli attaccanti, sono di nuovo i centrocampisti a buttarsi dentro in percussioni che l’Avellino fatica contenere: sulla prima Santoro propizia il pari di Defrel, con la seconda il neo entrato Sersanti porta al rosso del già ammonito Cagnano. Il resto di partita giocato a “porta romana” produce una traversa di Mendes, un incrocio colpito da Di Mariano e diverse grandi parate di Iannarilli che sono il prodotto di un pareggio che assomiglia molto ad una vittoria.