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L'avversario è a terra, lui rinuncia a fare gol: «Gesto istintivo e di lealtà sportiva»


	Antonio Calabrese, protagonista del gesto di fair play
Antonio Calabrese, protagonista del gesto di fair play

Antonio Calabrese, attaccante del Cavezzo, ha calciato apposta la palla fuori nella partita di Prima categoria contro il Ravarino finita 0-0: «I miei compagni hanno capito»

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CAVEZZO. Lunedì sera, in occasione del posticipo Cavezzo-Ravarino valido per la giornata inaugurale del girone D di Prima categoria, si è verificato un importante episodio di fair play. Come abbiamo raccontato sulla Gazzetta l'attaccante dei padroni di casa Antonio Calabrese infatti, solo davanti al portiere con il risultato fermo sullo 0-0, ha deciso di mettere il pallone fuori dal campo per permettere i soccorsi di un avversario rimasto a terra. Un gesto prezioso, in controtendenza rispetto alle scene a cui siamo purtroppo siamo abituati ad assistere al giorno d'oggi. Con la partita terminata poi in parità senza reti, il ragazzo classe 2002 ha rilasciato in un’intervista al Tgr Rai Emilia Romagna dichiarazioni che dovrebbero essere d'esempio per qualsiasi calciatore, indipendentemente dall'età e dalla categoria.

Antonio cos'è successo lunedì sera? In quale situazione ti sei trovato?

«Stavamo giocando la prima partita di campionato, quando mi sono ritrovato un'occasione a tu per tu col portiere del Ravarino. C'era però un avversario a terra e, nonostante il gioco fosse proseguito, mi è venuto l'istinto di mettere la palla in rimessa laterale per permettere l'ingresso dei soccorsi».

Qual è stata la reazione dei tuoi compagni di squadra?

«Com'è naturale che sia, inizialmente i miei compagni sono rimasti un po' stupefatti dall'accaduto. Poi col passare dei minuti hanno compreso l'importanza del mio gesto».

E gli avversari?

«Gli avversari sono venuti immediatamente a ringraziarmi, come se fossi uno di loro».

Sulla tribuna invece? Come hanno accolto il tuo comportamento?

«Ho ricevuto subito diversi complimenti, dagli spalti hanno iniziato ad urlare il mio numero. Poi, al momento della mia sostituzione, alcune persone della tifoseria avversaria sono venute personalmente a ringraziarmi».

Al momento dell'occasione, esattamente cosa ti ha spinto ad agire in quel modo?

«Per me è stato un comportamento naturale: sono una persona orgogliosa, con importanti valori trasmessi dalla mia famiglia. Credo che nella vita sia necessario essere leali. Sono dell'idea che un pareggio onesto, ottenuto sportivamente come lunedì, abbia molto più valore di una vittoria disonesta».

Sicuramente sarai cresciuto con idoli e fonti di ispirazione importanti.

«Sì, è vero, come tutti i bambini sono cresciuto con una grande passione per il calcio e per lo sport, penso che questo sia fondamentale. Il mio idolo è sempre stato Filippo Inzaghi, penso che possa essere fiero di un gesto come il mio».

Tra le mille difficoltà di un giovane giocatore dilettante, pensi che questo gesto possa aiutarti a trovare nuove opportunità? Magari anche in ambito lavorativo?

«Beh, lo spero, ma non è il mio obiettivo. Sarò comunque pronto a sfruttare al massimo qualunque occasione mi si presenti».

Orgoglioso del suo centravanti il presidente cavezzese Simone Vellani: «Il gesto di Antonio - dice - è un esempio anche per i ragazzi del settore giovanile. Abbiamo sempre cercato di diffondere ai più giovani i principi, della lealtà, del rispetto degli avversari e degli arbitri. Quando facciamo questo io dico sempre che abbiamo vinto».