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“Sogno a cinque cerchi”

Il faccia a faccia tra Idem e Zironi


	Josefa Idem e Lucrezia Zironi con il premio Gazzetta (Foto Ben)
Josefa Idem e Lucrezia Zironi con il premio Gazzetta (Foto Ben)

L’olimpionica e la modenese rispondono alle domande degli appassionati

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MODENA. «Il sogno a cinque stelle è una proiezione nel futuro. Riuscire in un obbiettivo che ci si è posti e tornare nel presente attingendo alle energie che si hanno nel declinare quell’orgoglio al futuro. A me questo piace e l’ho fatto molto perché tante volte nel voler raggiungere un obbiettivo pensiamo alle difficoltà e agli ostacoli. Se invece pensiamo a come staremo dopo aver raggiunto il nostro obbiettivo riusciamo a trarne energia». È questa la definizione di “Sogno a cinque stelle” dato da Josefa Idem che ha raccontato, rispondendo ad una domanda di Lucrezia Zironi, curiosa di rubare qualche trucco ad una leggenda come lei, anche il suo modo di affrontare i momenti difficili che l’ha molto aiutata durante la sua carriera.

«Nei momenti difficili scrivevo»

«A 60 anni è facile dire che tutto si risolve ma quando ero giovane superavo i momenti difficili molte volte disperandomi. In quei momenti io scrivevo il diario e facendolo iniziavo a vedere tutto in prospettiva diversa. Per me la scrittura è stata importante. Ho più perso che vinto. Nel 2008 ho perso l’oro per 4 millesimi. Dopo quella finale hanno cambiato la regola e sotto i 5 millesimi si vince ad ex aequo. Io ho voluto comunque celebrare quell’evento perché è bruttissimo salire sul podio olimpico senza il broncio. Anche perché noi sportivi vinciamo sempre, portiamo sempre a casa qualcosa da cui imparare».

La campionessa olimpica ha anche commentato Zironi, considerata ancora più pronta di lei alla stessa età. «Io alla sua età non avevo questa sicurezza. In allenamento ero fortissima ma sbagliavo le gare. La vedo in vantaggio rispetto a me. È molto concentrata e puntuale. I traguardi che potrà raggiungere dipendono da tanti fattori. Lei sicuramente mette in campo il 150% di quello che può dare, ma dipende anche dalle persone che la circondano, che l’aiutano e la supportano». Per Josefa Idem è un piacere essere un esempio per i giovani atleti.

I«A me piace condividere quello che ho imparato dalla mia esperienza. Ovviamente ognuno deve seguire il proprio percorso e viverselo in maniera diversa. Però quando posso aiutare, incoraggiare, dare motivazione attraverso la condivisione della mia storia mi fa piacere farlo. Spero di avere questo effetto, dipende da quanto sono brava a trasmetterlo».

Tra lo sport e l’università

Tra i temi trattati da Zironi anche la sua distanza preferita nelle gare. «Da piccolina preferivo i 200 perché erano i più rapidi, ma allenandomi ho visto che i 500 sono il giusto compromesso e sono quelli che mi piacciono di più». Non è mancato un momento più leggero in cui la giovane modenese, iscritta a Scienze Biologiche, ha raccontato come bilancia lo studio con gli allenamenti. «Preferisco studiare la sera piuttosto di alzarmi presto al mattino perché mi piace dormire- scherza Zironi- però quando devo dare un esame ci tengo ad arrivarci sempre preparata».

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