Josefa Idem lancia Lucrezia Zironi: il passaggio di consegne a Casa Ciao
Pienone per la grande campionessa azzurra e la giovane modenese del kayak
MODENA. Un confronto tra il passato e il presente del kayak italiano, tra una delle atlete tricolori più vincenti di sempre e la giovane promessa, classe 2002, che sogna di eguagliarla e, chissà, magari anche di superarla. Si è svolto ieri sera a Casa Ciao ed è stato un successo l’evento “Sogno a cinque cerchi” targato Gazzetta di Modena, Panathlon Club Modena e appunto Casa Ciao che ha avuto come protagoniste Josefa Idem e Lucrezia Zironi.
Il duplice riconoscimento
Entrambe sono state insignite del “Premio Gazzetta” del “Premio Panathlon” con il pubblico che ha avuto la possibilità di assistere al dialogo tra le due campionesse che rappresentano la memoria e la speranza della canoa e del kayak italiano. Zironi, cresciuta nella Canottieri Mutina di Campogalliano e ora in forza alle Fiamme Azzurre, è reduce dall’oro al mondiale Under 23 nel K1 1000 metri e dalla finale di K1 a Mondiale dei "grandi”.
Una impresa la seconda che mancava in Italia da 15 anni quando a raggiungerla fu proprio Josefa Idem. Il filo conduttore della serata, che per l’appunto è stata nominata “Sogno a cinque cerchi”, è stato il sogno Olimpico, pensando ad un passaggio di testimone tra le due campionesse. Tra i presenti appassionati, famigliari, e molti giovani tesserati della Canottieri Mutina, desiderosi di sostenere la compagna di squadra e amica Zironi, accompagnata nei suoi interventi da applausi scroscianti, e di poter vedere l’icona Josefa Idem.
«Fondamentale il gruppo»
Erano inoltre presenti Andrea Covi, canoista modenese che ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 e Antonio Nozzi, fiduciario Coni di Modena. Le due atlete azzurre hanno dialogato, raccontando le loro carriere e trovando punti in comune e differenze. «È stato tutto bellissimo” - ha spiegato Zironi parlando della finale Mondiale- è stato tutto accentuato dal fatto di essere in casa. La semifinale è sempre la più dura e quando sono arrivata al traguardo e ho visto che ero tra le prime tre, e quindi qualificata alla finale, è stata una grande emozione. Poi in finale mi sono migliorata ancora un po’ e sono arrivata settima».
L’atleta modenese ha anche raccontato il suo approccio a questo sport. «Io ho iniziato a 6 anni, ma già da piccolissima mio padre mi portava al mare con lui in canoa. La cosa fondamentale per me è stato il gruppo. È bello vedere qua tanti ex compagni e amici. Con loro non mi pesava allenarmi. In quel periodo ai laghetti di Campogalliano non sentivo neanche il freddo, il mio unico pensiero era il divertimento».
«Goditi la strada, sperimenta, migliora»
«Da piccola anche per me la cosa più importante erano le compagne e le chiacchiere nello spogliatoio- ha aggiunto Idem – poi sono cambiate le motivazioni. Nella prima Olimpiade ero con la testa sulle nuvole, mentre nell’ultima era tutto programmato. Quello che non è mai cambiato è il sogno». La campionessa olimpica ha infine chiuso con un consiglio per Zironi. «Goditi la strada, sperimenta, migliora. È un requisito fondamentale. Se non ti godi la strada l’obbiettivo si allontana, il resto viene di conseguenza».
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