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Il personaggio

Il traguardo di Paolo Oleari: settimo dan nel judo

di Daniele Guerra

	Paolo Oleari (al centro) terzo classificato ai Mondiali militari di Seoul nel 1984
Paolo Oleari (al centro) terzo classificato ai Mondiali militari di Seoul nel 1984

Raggiunto il maestro Giuliano Gibertoni del Geesink Team: «Il giusto riconoscimento a una vita dedicata a questo sport»

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MODENA. Paolo Oleari è stato promosso al grado di cintura nera settimo dan di judo dalla Federazione Italiana Judo Lotta Karate e arti marziali. Il prestigioso riconoscimento equipara Paolo Oleari al suo storico Maestro Giuliano Gibertoni del Geesink Team.

Tutto è partito quando aveva dieci anni

Il percorso che lo ha portato a questo risultato è partito da lontano nel 1971, quando aveva 10 anni, nella prima sede del Geesink Team a San Faustino. Portato naturalmente all’agonismo, Oleari disputa le prime gare due anni dopo ottenendo la cintura nera nel 1978 arrivando secondo nei campionati italiani della classe speranze.

Nello stesso anno esordisce anche in nazionale arrivando settimo ai campionati europei in Ungheria. Dopo un infortunio al ginocchio, nel 1980 conquista il campionato italiano juniores a Napoli e il titolo assoluto a Genova, partecipando anche agli europei di Lisbona. Nel 1982 entra nel Centro Sportivo Carabinieri dove resta fino al 1989 terminando la carriera agonistica in nazionale ai campionati europei di Vienna.

Gli anni in Accademia

Dal 1989 al 2014 presta servizio presso l’Accademia Militare di Modena come istruttore di difesa personale, promosso al grado di cintura nera 6° dan nel 2015, si congeda nel 2021 con il grado di brigadiere capo.

Una ricca bacheca

La sua carriera agonistica è stata costellata di successi prestigiosi pur non avendo mai partecipato alle Olimpiadi, questa una breve sintesi: medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali universitari nel 1984 a Strasburgo e nel 1986 in Brasile, dopo aver vinto anche i titoli italiani universitari nel 1983 e nel 1984. In ambito militare vanta il titolo mondiale a squadre nel 1984 a Seoul e nel 1987 in America a San Diego, singolarmente ha ottenuto il terzo posto nel 1984 sempre a Seoul e l’anno successivo a Riccione, nello stesso ambito è stato Campione italiano nel 1985 e l’anno successivo.

Inoltre, ha vinto il titolo italiano assoluto nel 1984 a Roma e nel 1986 a Bergamo, a squadre ha conquistato il titolo con i Carabinieri nel 1986, 1988 e 1989, in ambito internazionale vanta cinque successi di cui quattro a Sassari nel prestigioso torneo “Guido Sieni” a cui partecipavano le migliori nazionali del mondo. Come insegnante ha ottenuto la qualifica di Maestro nel 2006 e attualmente è Commissario Tecnico dell’Emilia-Romagna, responsabile del Centro Tecnico federale di Castel Maggiore, tecnico titolare dell’ASD Hidenobu Yano di Castelnuovo e presta la sua opera anche presso il Geesink Due di Spilamberto e l’SDK di Reggio Emilia.

Una nuova tecnica

A lui abbiamo chiesto alcuni ricordi di questo lungo periodo: «I ricordi partono da lontano e non sono legati ai risultati più importanti ma a momenti dove spesso il risultato non era scontato o partivo sfavorito oppure dalla presenza di persone care che mi hanno emozionato. Nel 1973 alla seconda gara della mia vita, nella finale nazionale del Trofeo d’Autunno a Padova dopo solo due anni di judo, accompagnato da mio fratello Walter e con la presenza del maestro Alcide Malagoli, mi ritrovo in finale contro un avversario più forte e più bravo di me. Dopo aver rischiato di perdere in diverse occasioni e con lo sguardo rassegnato di mio fratello, mi “invento” una tecnica istintiva che somiglia al placcaggio delle gambe nel rugby e lo schieno in modo netto tra lo stupore generale e l’esultanza di mio fratello».

Il volo perso non rallenta Oleari

Con un salto in avanti arriviamo al 1978 «quando - continua Oleari - ottengo la cintura nera a Cagliari unitamente al mio amico e compagno di palestra Vincenzo Cremonini, ottenendo contemporaneamente la qualificazione per la finale di Catania. Inspiegabilmente a Bologna perdiamo l’aereo per Catania ma il destino o la fortuna ha voluto che a casa ci fosse il Cavaliere Luigi Cremonini, padre di Vincenzo, che ci ha messo a disposizione una macchina per arrivare a Fiumicino e quindi prendere un aereo per Catania dove il giorno dopo sono arrivato secondo. Grazie a questo risultato sono stato convocato per i campionati europei di Miskolc dopo aver battuto nella selezione proprio l’avversario della finale catanese.

Il testa a testa con Vismara

Nel 1980 partecipo ai campionati italiani assoluti a Genova, ancora da juniores, e contro tutti i pronostici arrivo in finale nonostante la presenza dei professionisti dei gruppi sportivi militari. Verso la fine del combattimento proietto il mio avversario, Podestà idolo di casa perché genovese, e vinco il titolo tra lo stupore generale e la felicità di mio fratello e dei miei compagni di palestra. Nel 1984, in due diverse occasioni sono partito sfavorito ma ho ribaltato il risultato: a Strasburgo nella finale per il bronzo ai mondiali universitari, ho battuto un atleta coreano dopo essere stato in svantaggio, nella finale del Trofeo Sieni, che avevo già vinto tre volte, contro un ungherese vicecampione d’Europa, ampiamente sfavorito sulla carta, ribalto il pronostico e vinco per la quarta volta con il tifo tutto per me.

Arriviamo quindi al 1989 ultimo anno da agonista, ero uscito dal Centro Sportivo Carabinieri ed ero stato trasferito prima a Firenze poi a Vicenza quindi non mi allenavo più come prima ma comunque mi qualifico per la finale di Chiavari degli assoluti. Mi sentivo appagato e poco concentrato perché sarebbe stato il mio canto del cigno. Mentre mi preparavo sento la voce di mio fratello che mi dice che sulle tribune, per la prima e unica volta, era presente nostro padre che non era mai venuto alle mie gare. Dopo aver nascosto la mia emozione negli spogliatoi, è cambiato l’atteggiamento nei confronti della gara e sono arrivato in finale, perdendo di misura contro il mio compagno di squadra e vicecampione europeo Giorgio Vismara. Mio fratello aveva toccato la corda giusta. Le ultime emozioni, certamente diverse, me le ha regalate Eleonora Giusti, la migliore atleta che ho allenato, con le sue vittorie in campo nazionale e internazionale».

«Il giusto riconoscimento»

Oleari ha poi commentato così la sua promozione: «Ovviamente sono molto contento anche se il primo pensiero è stato quello di aver raggiunto il mio Maestro Giuliano Gibertoni, anche lui cintura nera settimo dan di judo. Credo anche che sia il giusto riconoscimento a una vita dedicata al judo, prima come atleta e poi come tecnico, nella nostra regione sono ancora l’atleta che ha vinto di più ed essere il direttore tecnico della nostra regione mi gratifica molto».

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