Modena, chi si risente. Caliendo: «Piazza difficile, dove anche la politica incide»
L’ex procuratore intervistato da Ilovepalermocalcio in occasione della sfida tra i rosanero e i canarini al Barbera: «Non ripeterei l’esperienza da presidente, fui obbligato a prendermi il fardello sulle spalle. La nuova proprietà ha fatto investimenti notevoli»
MODENA. Lo sfratto dal Braglia, le sconfitte a tavolino e poi l’esclusione dalla Serie C con il susseguente fallimento. Otto anni fa il Modena viveva in queste settimane la sua parentesi più nera in questi 113 anni di storia, mentre oggi si ritrova a preparare nell’entusiasmo generale il big match dell’ottava giornata di Serie B.
Dal fallimento al big match di Palermo otto anni dopo
Domenica, a Palermo, i canarini cercheranno di mettere la ciliegina sulla torta ad un inizio di campionato da sogno, che li vede solitari in vetta alla classifica proprio davanti alla formazione siciliana allestita, senza badare a spese, con il chiaro intento di far un sol boccone di tutte le avversarie. Scenari che cambiano e si capovolgono in pochi anni grazie alla compagine che ha ridato vita al club, con la ripartenza dalla Serie D, e alla famiglia Rivetti che ha regalato quel cambio di passo per poter davvero sognare in grande.
Caliendo sulla partita
Protagonista di quel periodo particolarmente buio, invece, fu Antonio Caliendo che ai microfoni della testata siciliana Ilovepalermocalcio ha raccontato il suo punto di vista in primis sul presente: «Il Modena in questo momento è lanciato, ma il Palermo ha le armi giuste per contrastarlo in maniera adeguata. Queste partite di solito finiscono in pareggio. La squadra di Inzaghi, però, ha le carte in regola per poter ben figurare contro la formazione di Sottil». L’ex procuratore ha fatto poi un bilancio di questo inizio di stagione: «In parte sono sorpreso dall’inizio dei gialloblù, ma ero fiducioso soprattutto alla luce degli investimenti notevoli fatti dal presidente. Proprio in ragione di quest’ultimo aspetto, l’obiettivo deve essere la promozione in modo da giustificare gli sforzi economici fatti in sede di mercato».
Caliendo sul fallimento
Infine Caliendo ripropone la sua visione dei fatti di quel triste periodo: «Non ripeterei l'esperienza da presidente del Modena. Ne avevo già vissuta una simile al Qpr, ma quella di Modena fu una sorta di forzatura. Fui obbligato a prendermi il fardello sulle spalle in una piazza molto difficile da gestire. Basti pensare a quanto accaduto al presidente che portò il Modena dalla Serie C alla A, bersagliato con bombe sotto casa dopo aver perso due partite. Una piazza dove anche la politica incide», conclude Caliendo.
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