Due porte, il pallone e la strada: il progetto di Mo’Better Football per avvicinare i giovani al calcio
All’ex Manifattura Tabacchi l’iniziativa sperimentale ideata insieme a Comune, Csi, Acli e Modena Calcio. L’obiettivo è semplice: riportare il gioco libero nei quartieri e restituire ai ragazzi il piacere di stare insieme, senza iscrizioni né regole rigide
MODENA. Tutti associamo la nostra infanzia ad un luogo, una compagnia ed una attività precisa. Lunghe giornate estive sulla sella della propria bici a citofonare agli amici per affollarsi in gruppo nei parchi più vicini; i pomeriggi invernali con il freddo pungente che quasi feriva le labbra e le mani e i giochi ad oltranza a cui solo il buio precoce poteva mettere fine, con il rischio, sempre in agguato, di sporcarsi i vestiti di fango e di ricevere la solita ramanzina appena rientrati a casa. Sono spesso protagoniste di questi ricordi anche le partite di calcio per strada che, per generazioni di giovani aspiranti calciatori, hanno rappresentato il lato più romantico dello sport che amano.
Di cosa si tratta
È proprio per far rivivere questo spirito che nasce “Calcio di strada”, un progetto promosso dall’associazione culturale Mo’ Better Football, sostenuto dall’amministrazione comunale e realizzato in collaborazione con il Csi Modena, le Acli e il Modena Calcio. L’idea nasce da una riflessione su un dato inequivocabile: i ragazzi giocano sempre meno all’aperto a causa degli impegni extrascolastici sempre più pressanti e di una società iperconnessa che ha annullato la necessità di dover uscire di casa per mantenere un contatto con i propri amici. A determinare le motivazioni alla base di questo progetto non è un atteggiamento paternalistico, che pretende che i giovani debbano necessariamente divertirsi come si faceva un tempo, e non si tratta neanche di un tentativo disperato di crescere i talenti che ci faranno qualificare almeno ai Mondiali del 2034, visto che ormai ogni sconfitta della Nazionale viene attribuita al fatto che “i bambini non giocano più per strada” per coprire falle ben più grandi nel nostro sistema calcistico. Il motore dell’iniziativa è la volontà di riscoprire la semplicità autentica dello sport giocato a costo zero, riabituando i bambini alle attività all’aria aperta e ad una socialità più diretta, senza i filtri del mondo digitale.
Tutte le coordinate del progetto
Il primo appuntamento sarà oggi – giovedì 23 ottobre – intorno alle 16 nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, poi si ripeterà anche giovedì prossimo, mentre l’intero progetto verrà raccontato il 4 novembre in una conferenza stampa in cui tutte le parti prese in causa potranno spiegare il loro ruolo. Gli appuntamenti dovrebbero essere indicativamente due al mese e, in sintonia con la spontaneità a cui mira “Calcio di strada”, non ci sarà niente di già organizzato. Le squadre nasceranno sul posto, senza iscrizioni e formalità, con i due capitani che a turno potranno scegliere i propri compagni. Alla base di tutto è vi è la convinzione che i ragazzi non siano cambiati, che abbiano lo stesso desiderio atavico di giocare tutti insieme, ma che sia il mondo che li circonda a spingerli fin da piccolissimi ad una finta connessione digitale che, in fin dei conti, porta solamente ad un isolamento maggiore. Non a caso il primo tentativo realizzato per testare la fattibilità del progetto è stato subito un successo.
Gli organizzatori
«Le prime volte che siamo andati in Manifattura Tabacchi per sperimentare l'idea – raccontano Marco Ferrero e Simone Ferrarini di Mo’ Better Football – abbiamo semplicemente iniziato a giocare. C’erano dei ragazzi seduti sul muretto: dopo pochi minuti hanno chiesto se potessero unirsi. Poi sono arrivati altri, qualcuno del San Filippo Neri, e la partita è cominciata da sola. È questo lo spirito che vogliamo coltivare».
Tra i temi più sentiti c’è anche quello del diritto allo sport che, per motivazioni economiche, non è garantito a tutti. «Ci siamo resi conto – spiegano – che l’avvicinamento al calcio è cambiato. Le scuole calcio richiedono costi, spostamenti, disponibilità delle famiglie. Questo rischia di escludere molti bambini e ragazzi. E così, quelli che restano fuori, spesso si ritrovano a non fare nulla, a guardare da lontano».
Cultura e sport al centro
Accanto agli ideatori dell’iniziativa saranno presenti educatori e operatori sociali, tra cui anche ragazzi di seconda generazione, per garantire una comunicazione inclusiva. Il Csi avrà un luogo fondamentale nel collegare l’esperienza di strada con quella delle sue numerose squadre affiliate, mentre le Acli e il Modena Calcio offriranno supporto e competenze tecniche e organizzative. Tutti ricordiamo quelle partite in un campo improvvisato, con oggetti presi dalla strada al posto dei pali e la traversa immaginaria. Poi si cresce, le priorità cambiano, le compagnie si disgregano, ma lo spirito resta e farlo vivere per sempre, regalando a tutti queste esperienze, è un dovere per chi ha amato quei momenti di spensieratezza.