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Il cordoglio

Addio ad Arcadio Venturi, vignolese “core de Roma”: anche Bergomi e Delvecchio al funerale

di Gabriele Molteni

	Arcadio Venturi è morto a 96 anni
Arcadio Venturi è morto a 96 anni

Nella chiesa di Vignola le esequie dell’ex calciatore e capitano giallorosso, scomparso a 96 anni. Partito dai campi cittadini ha conquistato la Serie A e la Nazionale, prima di diventare allenatore nelle giovanili di Inter e Juventus

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VIGNOLA. Una folla commossa ha gremito la chiesa di Vignola per l’ultimo saluto ad Arcadio Venturi. L’ex calciatore vignolese, che ha calcato i campi delle più grandi squadre di Serie A, tra cui Roma e Inter, se n’è andato a 96 anni, e in occasione del suo funerale, celebrato giovedì 4 dicembre, era presente anche Giuseppe Bergomi. “Beppe”, ex difensore dell’Inter, campione del mondo e oggi opinionista di Sky Sport, ha voluto salutare colui che fu per lui un “padre” calcistico, punto di riferimento per la sua crescita. Presente al funerale di Venturi anche Marco Delvecchio, altro “ragazzo” cresciuto dal vignolese. Un omaggio è arrivato anche dalla Roma che ha inviato una corona di fiori per salutare il grande ex capitano. Oltre alla moglie Zorca, Venturi lascia i figli Marco con Francesca e Maurizio con Donatella e le nipoti Margherita, Michele e Anna Sofia.

Il ricordo di Beppe Bergomi

Proprio sotto la guida di Arcadio Venturi, Giuseppe Bergomi riuscì a formare definitivamente e a far sbocciare il proprio talento che gli consentì di esordire con la maglia dell’Inter a soli 16 anni nella partita di Coppa Italia contro la Juventus terminata 0-0 e di imporsi in età precoce anche con la maglia della Nazionale. In azzurro, infatti, si laureò Campione del Mondo in Spagna nel 1982, riuscendo, nonostante i 19 anni non ancora compiuti, a diventare un titolare di quella leggendaria formazione. Alla notizia della scomparsa di Venturi, prima di partecipare alle esequie, Bergomi aveva rivolto a lui un pensiero: «È volato in cielo Arcadio Venturi. Il mio primo allenatore quando sono arrivato all’Inter nel 1977. Una persona speciale che ha creduto in me e ha fatto crescere tanti ragazzi trasmettendo grandi valori. Ci mancherai Arcadio».

La carriera di Arcadio Venturi

Arcadio Venturi ha toccato in carriera le vette più alte del calcio italiano, vestendo le maglie di Roma e Inter, rimanendo però legato a Vignola dove ha sempre vissuto insieme alla sua famiglia. La sua avventura nel grande calcio è iniziata a 19 anni quando dalla Vignolese, che allora militava in Serie C, venne acquistato dalla Roma con cui ha giocato per 9 stagioni dal 1948 al 1957, arrivando ad indossare la fascia da capitano. È stata proprio la maglia giallorossa quella con cui si è distinto maggiormente, tanto da essere stato inserito nella Hall of fame” della Roma. Con la Nazionale riuscì a collezionare 6 presenze e partecipò alle Olimpiadi di Helsinki del 1952.

Una volta chiusa la carriera da giocatore per lui è iniziata quella da allenatore delle giovanili, prima all’Inter e poi alla Juventus, riuscendo nel compito di sviluppare e indirizzare verso la prima squadra numerosi talenti, tra cui Beppe Bergomi che non ha mai mancato di sottolineare l’importanza di Venturi per la sua carriera. Anche la Figc ha voluto ricordarlo con un comunicato ufficiale in cui vengono elencati i suoi traguardi sportivi: «La Figc e il presidente Gabriele Gravina si uniscono al cordoglio dei familiari di Arcadio Venturi, ex calciatore e allenatore scomparso all’età di 96 anni. Storico capitano della Roma, in carriera ha indossato anche le maglie di Vignolese, Inter e Brescia. Ha esordito in Nazionale il 3 giugno 1951 a Genova, collezionando 6 presenze e una rete».

Nella “Hall of fame” della Roma

È soprattutto alla Roma che Venturi ha avuto i suoi anni migliori da giocatore. In giallorosso retrocesse in Serie B, ma trovò la forza per riportare la squadra in Serie A nella stagione 1951/52 vincendo il campionato. Il suo talento non passò inosservato nonostante giocasse in Serie B e fu infatti il primo calciatore italiano ad essere convocato in Nazionale senza giocare in Serie A. A partire dal 2016 fa parte della “Hall of Fame” della Roma, inserito insieme a Toninho Cerezo e Giancarlo De Sisti e premiato da Giacomo Losi, altra leggenda giallorossa. Con loro, anche campioni del calibro di Agostino Di Bartolomei, Bruno Conti e Francesco Totti. La Roma lo ricorda così: «Arcadio Venturi, storico capitano giallorosso, ha sempre dimostrato uno straordinario attaccamento ai nostri colori. Ha portato la fascia al braccio in 101 partite ufficiali. Venturi ha vestito per 9 stagioni la maglia giallorossa, collezionando 290 presenze e 18 gol, tra il 1948 e il 1957. È rimasto sempre un grande tifoso della Roma. Il Club partecipa al cordoglio, stringendosi al dolore della famiglia».

Il legame con Vignola

Oltre ad aver lasciato un’impronta indelebile sul calcio italiano, Arcadio Venturi ha anche rappresentato un punto di riferimento per la città di Vignola tanto che, in occasione del suo 95esimo compleanno, la sindaca Emilia Muratori, a nome dell’Amministrazione comunale, gli aveva consegnato una targa-ricordo. Proprio per quel compleanno, attraverso gli uffici del Comune di Vignola, erano arrivati anche gli affettuosi auguri del presidente nazionale del Coni Giovanni Malagò. Su di lui è stato anche scritto un libro Arcadio Venturi, uomo, calciatore, allenatore ad opera di Pierluigi “Gigi” Albertini che aveva raccontato non solo le sue esperienze all’interno del rettangolo verde ma anche aspetti della sua biografia legati alla sua famiglia e alla sua infanzia a Vignola. A confermare il legame di Venturi con la sua città le parole usate da Emilia Muratori per ricordarlo: «Dai campi sportivi vignolesi ai grandi club, Arcadio è stato la personificazione del sogno di tanti ragazzini – ha commentato la sindaca – Ma è rimasto sempre attaccato alle sue radici vignolesi. Alla moglie, ai figli e ai parenti tutti, vanno le nostre più sentite condoglianze».