Gazzetta di Modena

Cambogia, violenze e incubi

di Michele Fuoco
Cambogia, violenze e incubi

Ai magazzini San Pietro il dramma documentato da Ottani

26 settembre 2014
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FORMIGINE. Due viaggi, il primo nel 2004 e il secondo quest'anno, hanno permesso a Luigi Ottani di documentare l'efferatezza dell'uomo, il processo di disumanizzazione al quale può essere ridotto un paese. In questo caso, la Cambogia, di cui il modenese offre un'analisi inquietante con le immagini esposte ai Magazzini San Pietro. E segni della spietata macchina della morte recano quei teschi ammucchiati (ma pure il filo spinato e un manifesto) che ricordano la rivoluzione del 1975, ai tempi del dittatore Saloth Sar, noto col nome di Pol Pot, capo dei guerriglieri, i Khemer Rossi, artefici della carneficina in un paese trasformato in prigione, con centri di detenzione nella capitale Phnom Penh, dove il terrore, la tortura e lo sterminio non risparmiavano nessuno, nemmeno donne, bambini e vecchi (oltre un milione e mezzo di morti in tre anni). Una pratica quotidiana per ridurre la popolazione, perché il paese potesse sopravvivere. Ma il reportage di impegno sociale di Ottani, che ha avuto compagni di viaggio Beppe Carletti, Marco Scarpati, Pierluigi Senatore e altri, non trascura le disperate condizioni di sopravvvivenza degli operai tessili (mezzo milione) che, pur mantenendo prospera l'industria manufatturiera (da qui il titolo della mostra “Made in Cambodia” che troviamo sulle magliette), guadagnano 80 euro al mese. Il fotografo dà certezza a caschi e scudi ben allineati in piazza, disponibili per i poliziotti pronti a “sedare” la manifestazione degli operai che chiedevano il doppio del misero salario. Un destino di sopraffazioni, ma anche di sopportazioni, per un popolo che conosce fino in fondo il tormento dell'aridità della vita per recuperare, accalcandosi, cibo dai rifiuti portati dai camion nelle discariche. E la fotografia diventa documento traumatico nella profonda tristezza di visi di piccole creature destinate alla prostituzione, al mercato delle adozioni e al baratto di organi. Mirabili i progetti di solidarietà, le strutture realizzzate da Ecpat, Cifa, Rock No War e Pavarotti and Friends per il recupero di baby prostitute e per l'istruzione dei bambini. Ecco allora la mostra, durante la quale si danno informazioni sulle adozioni a distanza e si accolgono soldi per una nuova attività di mini-credito, dal nome “Made in Cambodia”. E domani alle 19 incontro dibattito con il giornalista Senatore di Radio Bruno e Scarpati, presidente Ecpat.