Un aperitivo e un’amarcord tra prove, canzoni e attesa
Nel pomeriggio tante signore in piazza per occupare le postazioni migliori «Le musica lancia messaggi importanti ed è giusto fare qualcosa per le donne»
La musica? Un’arte per combattere la violenza contro le donne. Artisti e spettatori concordano sul valore “terapeutico” che possono avere canzoni come “Lisa dagli Occhi Blu”, “Io per lei” o “Chiamami ancora amore”. Le loro note sono riecheggiate, assieme ad altre, nella splendida cornice di piazza Grande dalle prime ore del pomeriggio.
Lo scenario, il tema e gli artisti hanno spinto decine di abitanti a mettersi a sedere ai piedi della Ghirlandina fin da quattro ore prima dello spettacolo. «Sono venuta subito per prendere il posto - ha raccontato Piera Costi - e sentire in anteprima i musicisti. Per me è un amarcord molto bello, in più c’è anche Vecchioni che mi piace tantissimo». «Mi ricorda tanto il periodo della mia gioventù - ha aggiunto Massimo Baconi - impossibile scegliere un artista o un gruppo tra quelli presenti. In più il tema è molto importante». «Siamo venute in anticipo per fare l’aperitivo - ha confidato Luisa Goldoni - e per essere certe di prendere il posto. Per Modena è un’iniziativa molto importante». «Seguo i concerti da decenni - ha detto Marvi Setti - la musica può lanciare messaggi importanti. Magari poi ci ammazzano lo stesso, ma almeno passa un po’ più di tempo».
L’amarezza di Marvi è legata a un mondo in cui la donna è spesso oggetto di violenza, fisica e psicologica, e la parità è un termine che fatica a tradursi in realtà. Temi che i musicisti ieri presenti sentono a cuore. «Sarebbe importante non dover fare niente per la donna - ha spiegato Massimo Germini, chitarrista di Roberto Vecchioni - mi piacerebbe vivere in un’epoca in cui non esistono neologismi tipo femminicidi e cose agghiaccianti. Purtroppo, mi accorgo che sempre più spesso ci sono episodi che non saprei neanche come definire».
«Sono molto arrabbiato con quelli che trattano male le donne - ha ribadito Mario Tessuto - in questi ultimi anni è una tragedia unica. Le donne vanno amate: sono la nostra forza. La donna è donna per me, è la fine del mondo. La musica è terapia: la Lisa della canzone dura ancora dopo quarantacinque anni». «Noi abbiamo sempre cantato canzoni per le donne - hanno ricordato Tonino Cripezzi e Livio Macchia, storici volti dei Camaleonti - l’amore è un linguaggio universale». «La donna è sempre importantissima - ha ripreso l’uno - senza non saremmo nessuno. Spero che la canzone possa servire a migliorare la società. Le canzoni lanciano messaggi: chi le raccoglie fa quello che crede». «Trovo molto bello cantare a proposito delle storie delle donne - ha detto Nicolò Carnesi - può essere l’amore per una donna, per la propria madre. La donna è ogni giorno importante». «Non abbiamo la presunzione che il “29 settembre” possa cambiare un po’ quello che accade ogni giorno in Italia - ha detto Riccardo Benini, manager che ha dato un contributo artistico per l’evento - e nel mondo nei confronti della donna. Non solo i fatti di cronaca nera, ma il fatto che le quote rosa siano un bellissima frase, poi ai vertici delle società, del potere, dello Stato ci sono sempre uomini e mai donne. Ci sembrava giusto, dopo due edizioni dedicate a Pierangelo Bertoli e Lucio Battisti, non ripetere la formula, ma dedicare il “29 settembre” alle donne attraverso un vero e proprio canto d’amore, con i nomi delle donne inseriti nel titolo delle canzoni. Cosa saremmo noi uomini senza le donne? Niente». «Le donne sono un elemento importante della società - ha concluso Giulia Severi, assessore alla Cultura - sono state e sono un motivo di cambiamento».