Dario Fo racconta Maria Callas
Lezione-spettacolo a Modena il 6 dicembre al Forum Monzani dal titolo 'Una Callas dimenticata'.
Dario Fo rendera' omaggio a Maria Callas e Franca Rame con una lezione-spettacolo a Modena il 6 dicembre: debuttera' al Forum Monzani il nuovo spettacolo 'Una Callas dimenticata'. La prima era prevista per l'estate dello scorso anno all'Arena di Verona, ma la morte della moglie porto' alla cancellazione dello spettacolo sulla storia dell'artista, in cui l'attrice avrebbe dovuto interpretare la Callas. Per Fo e' il ritorno sul palco che ospito' lui e Franca Rame nel 2012 con 'Mistero buffo'.
MODENA. Avrebbe dovuto interpretrare Maria Callas in uno spettacolo, nell'estate dello scorso anno, all'Arena di Verona, ma Franca Rame morì il 29 maggio, pochi mesi prima. Sarebbe stata sorprendente l'interpretazione dell'attrice per lo spirito libero, di donna controcorrente, la forza, l'intraprendenza che l'accomunava alla grande cantante lirica.
E quello spettacolo, progettato da lei e Dario Fo e non più messo in scena, prima ancora di essere lezione-spettacolo è diventato libro, dal titolo "Una Callas dimenticata", edito da Franco Cosimo Panini che del premio Nobel ha pubblicato, in passato, libri tratti dalle lezioni-spettacoli, come "Il tempio degli uomini liberi" (in piazza Grande), "Caravaggio al tempo di Caravaggio", "Lezione sul Cenacolo di Leonardo da Vinci, "Giotto o non Giotto" e "Picasso desnudo", curati da Franca Rame. In 114 pagine gli autori tracciano un efficace ritratto della diva, con un atteggiamento di affettuosa vicinanza alle sue passioni, ai suoi amori e alle grandi delusioni, ai suoi successi ma anche alle sue difficoltà, alla sua forza ma pure alla sua fragilità, al suo talento musicale come pure ai suoi capricci. Una straordinaria varietà di vicende e situazioni che nel volume (22 euro, già in libreria) assumono vivacità rappresentativa, sia attraverso il dialogo a tre (Dario, attrice e attore), che per le efficaci illustrazioni create da Fo (l'attore ha studiato all'Accademia di Brera e le sue opere godono di un allettante mercato) per la scenografia teatrale.
La narrazione è di effettualità immediata, per la saporosità di storie personali, di aneddoti, rivelati anche in difetti innocui, della regina del bel canto nata a New York (oltre sei chili di peso) ma concepita ad Atene. E quel difficile rapporto con il peso del suo corpo, determinato anche dalla sua voracità, viene attutito, secondo molti suoi ammiratori, da un uovo di tenia, il verme solitario, messo da una fattucchiera in un bicchiere di champagne e ingoiato dalla star durante una cena. Dai 99 chili passa a 50, assumendo la configurazione di una modella di Modigliani. I suoi trionfi si sostanziano anche di tante amarezze, prima che la Scala di Milano le spalanchi le porte. E alla prima di "Anna Bolena" è tale l'ammirazione che il proscenio si riempie di rose, ma anche di un mazzo di grossi ravanelli che la miope Callas raccoglie involontariamente e con ironia azzanna, mentre il pubblico esplode in una compiaciuta risata. Qui l'incontro con Luchino Visconti che le insegna come muoversi sulla scena. È la tenacia a consetirle di "prorompere" con la sua stupenda voce, tanto che nel 1941, a 17 anni, si ritrova ad essere il primo soprano del'Opera Reale di Atene, ma c'è poi anche la disperazione di essere rifiutata a New York da vari teatri e dal Metropolitan. Il suo nome diventerà poi familiare nel mondo, e la vera fortuna inizia a Verona, dove incontra Titta Menighini, che gestiva grandi forni di laterizi, di cui si innamora. I suoi ardori sentimentali sfoceranno nel legame profondo con Aristotele Onassis che diventa anche doloroso nel momento in cui l'armatore greco l'abbandona per Jacqueline Kennedy. Dell'inquieta star si ricordano la tenera amicizia con Mario Del Monaco e la relazione con Pippo Di Stefano, prima di ripiombare nella sotitudine, a Parigi. La sua vita acquista un alone di leggenda per le memorabili interpretazioni, come "Medea" di Cherubini . E la Callas "soffriva proprio - si legge nel libro - come una Medea e pare che più di una volta avesse tentato di farla finita avvelenandosi con barbiturici ingoiate a manate".