Una modenese racconta la vita del “re della grappa”
MODENA. È la storia di un giusto, un uomo solido, che dalla vita ha avuto tanto perché ha dato tanto, rischiando in tutta coscienza e in prima persona. E a raccontare questa storia è una donna, la...
MODENA. È la storia di un giusto, un uomo solido, che dalla vita ha avuto tanto perché ha dato tanto, rischiando in tutta coscienza e in prima persona. E a raccontare questa storia è una donna, la regista modenese Wilma Massucco, sensibilità rara e occhio esperto nel riconoscere quando dietro a una persona c’è vera sostanza. Lui è Luigi Barile, il re della grappa, amico fraterno di don Andrea Gallo e per anni amministratore della comunità di San Benedetto al Porto che il sacerdote conduceva a Genova. Wilma, che qualche settimana fa ha ritirato il premio per i diritti umani “Maria Rita Saulle” per il suo documentario sui bambini soldato della Sierra Leone, è arrivata a Luigi cercando altro. «Avevo incontrato don Gallo nella mia città natale, nell’Alto Monferrato, e gli avevo chiesto la disponibilità per realizzare un documentario su di lui e sull’attività che portava avanti nella sua comunità - spiega Wilma - ma pochi mesi dopo è morto. Contatto quindi Barile, pensando di far rivivere don Gallo attraverso i suoi ricordi ma mi rendo conto che Luigi ha una storia tutta sua da raccontare, una vita che va sottolineata. A 6 anni viene abbandonato dal padre, finisce con la famiglia a vivere in una stalla e partendo da questa disfatta totale inizia la sua personale ricerca di maestri. Incontra la madre di don Gallo, una dama di carità, e crescono amici. Lei lo aiuta e quando don Gallo torna dalla guerra e scopre la sua vocazione, percorrono insieme una strada comune, quella del primato della coscienza che ispirerà tutte le scelte della loro vita. Don Gallo avvia la sua comunità e Luigi ne è per anni amministratore. Nel frattempo si mette in gioco, si diploma come ragioniere e apre uno studio che ha subito successo. L’idea della grappa nasce quasi per scherzo nel 1958 e riuscirà a realizzarla 18 anni dopo. Con il denaro guadagnato con lo studio apre una distilleria insieme all’amico che lo aveva aiutato ai cantieri navali quando era in difficoltà, lo muove il sentimento della gratitudine e la passione per ogni cosa che sceglie di fare. Nel 2000 Veronelli definisce quella di Barile la grappa migliore d’Italia e segna una strada: quella grappa verrà regalata anche ai grandi del G8 e del G20. Poi Luigi diventa socio della banca Carige e quando scopre le truffe, nel 2007, le denuncia pubblicamente, ma non gli viene dato ascolto. Ora invece sono emerse chiaramente tutte le irregolarità. Infine il matrimonio con una donna di 24 anni più giovane di lui; sono insieme da 34 anni, lui ammette che anche questa è stata una scommessa, ma a quanto pare le scommesse nella sua vita le ha vinte tutte. E se lo merita perché non ha mai fatto nulla per calcolo, quando ha agito lo ha fatto per il sentimento di giustizia che gli dettava la sua coscienza». Ora Wilma Massucco sta organizzando la prima del documentario che si intitola “Chi l’avrebbe mai detto?”: «Vogliamo che la proiezione sia a Genova e ci stiamo lavorando». Nel frattempo Wilma ha anche insegnato per un anno chimica all’Iti Volta di Sassuolo, dove aveva proposto la realizzazione di un documentario sulla scuola «dal di dentro, perché si mettesse in discussione». Progetto poi tramontato.
Claudia Benatti