Chernobyl, a Modena tre storie in un reading per non dimenticare
«Leggere, o ascoltare un testo letto, sollecita sempre emozione e riflessione: la serata del 26 aprile è una serata che intende mirare a questo». Non ha dubbi Sandra Tassi, nota scrittrice...
MODENA. «Leggere, o ascoltare un testo letto, sollecita sempre emozione e riflessione: la serata del 26 aprile è una serata che intende mirare a questo». Non ha dubbi Sandra Tassi, nota scrittrice modenese, editor e docente di Scrittura Letteraria, presidente dell'associazione “Il Leggio”, mentre spiega lo scopo dello spettacolo in programma domani, 26 aprile, al Teatro Alberione, (via 3 Febbraio, 21) organizzata in occasione del 30esimo anniversario della catastrofe di Chernobyl.
«Esattamente trent’anni dopo quel drammatico episodio - prosegue - la giornalista bielorussa Svetlana Aleksievic, che riesce a coniugare in modo nuovo e insolito cronaca e letteratura, ha vinto il Premio Nobel 2015. Ha dedicato la sua vita a raccogliere testimonianze della storia sovietica, e, per l’appunto, anche frammenti di episodi drammatici a Chernobyl. Da qui l' occasione di leggere i suoi numerosi testi e di rielaborarne i passi più significativi; poi l’idea di proporli per l’ascolto, in un allestimento teatrale. Tre i momenti cruciali, storie differenti, perché tre sono i libri che “Il Leggio” ha utilizzato per la messa in scena. “I ragazzi di zinco” riguarda la guerra in Afghanistan e si concentra sulla morte insensata dei giovani soldati, narrando, in particolare, la storia di tre giovanissimi che ritornano in patria dentro a fredde bare da trasporto. “La guerra non ha volto di donna” si sofferma sulla condizione delle donne nella Seconda Guerra Mondiale, paragonabile alla vita degli uomini, ma mai messa in luce dalla storia dei grandi eventi. “Una preghiera per Chernobyl”, infine, è la struggente testimonianza di coloro che, senza capire cosa stesse succedendo, hanno perso la vita o si sono gravemente ammalati per lo scoppio della centrale nucleare».
Tassi spiega poi il motivo di sviluppare la serata all'insegna del reading: «Credo che questa non sia più l'epoca delle conferenze accademiche. Ascoltare non è certo facile, occorre dare peso alle parole, ma una lettura teatrale ben condotta può forse catturare l’attenzione, e chissà che non sia una strada nuova per avvicinare le persone al piacere della lettura. Rispetto al “Vento di Marzo” e a “T4, la noia dell'imperfezione”, reading precedenti impostati con la struttura classica della lettura al leggio, in “L’apocalisse della gente comune” abbiamo scelto di non utilizzare i leggi; il palco sarà uno spazio neutro su cui prenderanno posto alcuni attori, e la stessa platea sarà uno spazio utilizzato per la lettura, con attori seduti tra il pubblico. Questa scelta di regia intende coinvolgere ognuno dei presenti, raggiungere ciascuno nella mente e nel cuore; vogliamo far capire che la “piccola storia” di Svetlana AleKsievic, la “storia della gente comune” ha un suo interesse, più intimo, ma non meno importante, dei grandi eventi che sconvolgono il mondo intero. Alla fine dello spettacolo di circa un'ora - conclude - il professor Francesco Maria Feltri si occuperà di un inquadramento storico e io sarò a mia volta a disposizione per chiarimenti letterari sulla prosa della grande Svetlana Aleksievic». Lo spettacolo è a offerta libera; la capienza del teatro è limitata.
Andrea De Carlo