Il modenese che ha esportato l’arte negli Usa
di Stefano Luppi
A Sauro Bocchi, scomparso in febbraio, due collezionisti italo-americani hanno dedicato un museo sul Novecento italiano
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“Sauro Bocchi per noi è stato un amico importantissimo perché con i suoi insegnamenti ci ha fatto amare l’arte del secondo Novecento italiano. Quando se n’è andato abbiamo sofferto molto”. A parlare sono i coniugi Nancy Olnick e Giorgio Spanu - americana lei e sardo lui - che ricordano l’esperto d’arte modenese Sauro Bocchi morto a Roma all’età di 67 anni la metà dello scorso febbraio. La coppia italiano-americana ha appena inaugurato “Magazzino Italian art” nella località di Cold Spring nell’Hudson Valley a due ore dalla Grande Mela, il primo museo in America dedicato all’arte del secondo Novecento italiano. Si tratta di un spazio grandioso, realizzato dall’architetto Miguel Quismondo che ha riadattato i vecchi spazi di una fabbrica abbandonata, nel quale sono collocate decine di opere di autori italiani. Per l’apertura i coniugi Spanu hanno scelto di ospitare una rassegna dedicata alla memoria della notissima gallerista torinese Margherita Stein e così nelle sale si osservano preziose opere di Pistoletto, Paolini, Boetti, Fabro, Anselmo, Merz, Penone, Calzolari e Jannis Kounellis altro grande amico della coppia e anch’esso scomparso da poco. C’è dunque anche un po’ di Modena in questa storia poiché a Bocchi si devono molte degli acquisti poi effettuati in questi anni dalla coppia di collezionisti. “La nostra amicizia con Bocchi - spiega Giorgio Spanu - è di lunga data, iniziata ai primi anni Novanta a Roma chiedemmo a un amico di spiegarci l’arte contemporanea. Lui ci spedì da Bocchi che abitava e lavorava allora a Palazzo Doria Pamphili. Entrammo nella sua abitazione in quello storico palazzo e la trovammo piena di opere d’arte: lui invece ci spedì subito a visitare il museo d’arte contemporanea del castello di Rivoli a Torino”. Ecco dunque che lo studioso modenese Bocchi - studi al liceo Muratori e poi al Dams di Bologna - indirizzò il gusto di Olnick-Spanu. “A un certo punto - continua Giorgio Spanu - iniziammo a comprare da Sauro perché ci fidavamo e lui ci proponeva lavori di grande qualità e sarebbe stato felice di vedere in nostro museo appena aperto che è anche suo come dell’amico Kounellis”. Di Sauro Bocchi - esperto anche di cucina come sanno i suoi amici Achille Bonito Oliva e Luigi Ontani - si è occupata di recente anche l’Accademia di San Luca di Roma. Qui la studiosa Laura Cherubini ha spiegato che “Sauro viveva per l’arte, ci aveva investito tutto il tuo patrimonio e tutte le sue energie. Veniva da una ricca famiglia modenese, ma aveva lasciato tutto, la famiglia e l’azienda per la storia dell’arte al DAMS di Bologna. A Roma aprì una piccola galleria in un posto bellissimo, a Palazzo Ricci”. A ricordare questo esperto d’arte capace di contribuire a creare collezioni al di là e al di qua dell’oceano c’è anche la gallerista e collezionista Danna Olgiati, fondatrice a Modena nel 1978 della storica galleria Fonte d’Abisso e oggi attiva a Lugano: “Ricordo benissimo Sauro perché fu il primo ad acquistare da me un’opera. Era una grafica dell’architetto Le Corbusier”.