Gazzetta di Modena

C'era una volta a Modena

Modena. 1965/2 Francia e Germania “terra promessa” per tanti disoccupati

Rolando Bussi
Modena. 1965/2 Francia e Germania “terra promessa” per tanti disoccupati

La congiuntura economica ingrossa le liste di collocamento Molti, anche a Modena, decidono di emigrare all’estero

20 agosto 2019
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Oggi voglio ricordare un giornalaio che per Modena è stato un simbolo, “Gigi” Corona, che proprio nell’anno di cui parliamo rinnovò la sua edicola, oggi non più esistente, collocata sotto i portici di quella che era allora la sede della Cassa di Risparmio, prima della nuova sede in Piazza Grande, in angolo con la Piazzetta delle Ova. Corona girava per il centro e nel mercato di Via Albinelli con pacchi di giornali sotto il braccio, “strillando” i titoli dei giornali.
 
E chi li avesse sfogliati avrebbe trovato la fotografia di Achille D’Angelo, il “Mago di Napoli”, “guaritore, psicanalista, chiaroveggente. Riceve all’Hotel Palace. Consultatelo. È un fenomeno conosciuto in tutto il mondo!”. Non era indicato però il costo del “consulto”! 
 
Pochi se le ricorderanno, ma escono le nuove banconote da 5.000 lire, più piccole delle banconote precedenti, con l’effigie di Cristoforo Colombo e sul retro la caravella “Santa Maria”. Al passaggio a livello di San Cataldo, chiuso in attesa del treno, un signore, arrestato dalla Polizia, invitava i viaggiatori delle auto in sosta a puntare 5.000 lire in un gioco d’azzardo che faceva con tre bussolotti e una pallina. Erano vecchie banconote!
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Stiamo vivendo un periodo pessimo con il clima. Molti Modenesi hanno avuto auto, tapparelle e vetri colpiti dalla grandine. A Roma all’inizio di febbraio arriva una precipitazione nevosa quale non si vedeva dal 1939. Due morti, un centinaio di feriti, il patrimonio arboreo in gran parte distrutto, tremila auto danneggiate, scuole e negozi chiusi, telefoni bloccati..


È nevicato per nove ore, con la neve che ha superato i trenta centimetri e in alcuni casi i cinquanta. Roma è la città dei sette colli, ma i Romani non viaggiano certo con le catene a bordo!

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Ornella Vanoni è in Sicilia, e deve partire perché l’indomani canta al Festival di Sanremo. Da Catania prende l’aereo, fa scalo a Roma e prosegue per Genova. L’aeroporto ligure, però, è inagibile per la neve. L’aereo viene dirottato a Milano. Da qui, la Vanoni prende un taxi, che però a Novi Ligure viene bloccato ancora una volta dalla neve. La cantante riesce tuttavia a raggiungere la stazione e in treno torna indietro verso Genova. Lì prende la coincidenza per Sanremo e arriva a destinazione dopo trenta ore di viaggio. Ma vince Bobby Solo con “Se piangi, se ridi”, e trionfa Pino Donaggio con “Io che non vivo (senza te)”. E il 17 febbraio apre a Roma il “Piper”, locale “beat”, emerso subito come punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell'arte, oltre che da personaggi della scena mondana.

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La “Gazzetta” intervista l’“Equipe 84”, che in realtà si presenta da sola: “Mi chiamo Maurizio Vandelli e suono la chitarra solista. Niente da dire sulla mia troppo normale vita. Ho un padre, una madre e una nonna. Sono andato a scuola per tanti anni e poi ho cominciato a suonare, cantare, suonare … Non amo lo sport, non fumo e sono vegano”.

“Io sono Romano Morandi e suono il basso. Ho studiato sino all’età di 12 anni. Rimasto orfano ho dovuto adattarmi a fare il fattorino, lo spalatore di neve, l’apprendista meccanico. Solo dopo aver fatto tutti questi lavori decisi di vivere cantando (o cantando per vivere). Sono l’unico dell’Equipe ad avere una ragazza fissa e penso già che la sposerò”.

“Io suono la batteria e mi chiamo Alfio Cantarella. Sono nato a Catania 22 anni fa, ma essendomi trasferito a Modena alla vetusta età di 7 anni ho acquistato perfettamente usi e costumi emiliani. Sono alto un metro e 55 centimetri: ho sempre amato la musica e odiato la pallacanestro. Le ragazze che ho avuto sono sempre state più alte di me, ma questo non mi rattrista”. “Sono Franco Ceccarelli e suono la chitarra d’accompagnamento. Orfano dall’infanzia, ho passato tutta la mia adolescenza chiuso in me stesso a causa della solitudine e dell’acne che avevo nel viso. Ora il mio viso è normale; mi diverto sempre per recuperare il tempo perduto”.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II chiude l’8 dicembre. Ma già il 7 marzo entra in vigore in tutte le chiese cattoliche del mondo e anche a Modena la riforma liturgica, con la partecipazione dei fedeli e il conseguente riconoscimento delle lingue "volgari" (parlate dal popolo) come "adatte" per la celebrazione dei Sacramenti, primo fra tutti la Messa, che finirà con le parole pronunciate in italiano dal celebrante: “La Messa è finita: andate in pace”, e con la risposta dei fedeli: “Rendiamo grazie a Dio”.

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Il 27 aprile la Mondadori comincia a distribuire nelle edicole la collezione di tascabili “Oscar”. Vanno a ruba. Sulla seconda di copertina così scrive Vittorio Sereni: “Gli Oscar, i libri-transistor che fanno biblioteca, presentano settimanalmente i capolavori della letteratura e le storie più avvincenti in edizione integrale supereconomica per il tempo libero. Gli Oscar sono i libri per gli italiani che lavorano: per gli operai, per i tecnici, per gli impiegati, per i funzionari, per i dirigenti, per i professionisti, per gli studenti, per la famiglia, per tutti i membri attivi e informati della società. A casa, in tram, in autobus, in filobus, in metropolitana, in automobile, in taxi, in treno, in barca, in motoscafo, in transatlantico, in jet, in fabbrica, in ufficio, al bar, nei viaggi di lavoro, nei week-end, in crociera, gli Oscar saranno sempre nella vostra tasca, sempre a portata di mano”.

E nasce la rivista “Linus”, apparsa per la prima volta in edicola il 1° aprile. Intitolato al personaggio simbolo della striscia di Charles Schulz, il periodico si distinse subito per le forme raffinate del linguaggio e dei disegni, più vicini a un taglio letterario, come testimoniavano le collaborazioni di insigni scrittori quali Umberto Eco ed Elio Vittorini. Da Corto Maltese ai Fantastici Quattro, numerosi fumetti europei e americani trovarono spazio su “Linus”, accanto alle vignette satiriche di grandi firme come Altan, Jacovitti e Vauro.

Ma l’Italia sta entrando in quella che si chiamerà “congiuntura economica”, che Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia, aveva previsto. Le liste di collocamento del Comune di Modena hanno una impennata, e passano da 3.290 richiedenti dell’anno precedente a 4.885. In Provincia si arriva a 2.477 disoccupati in più. L’emigrazione verso Francia e Germania, nazioni in espansione, aumenta del 60/70 per cento.

Pietro Nenni, vicepresidente del Consiglio e segretario del PSI, è in Vaticano per un colloquio privato con Paolo VI. È la prima volta che un pontefice riceve un socialista italiano. L’incontro dura 45 minuti. Così scrive “L’Avanti”: “Soltanto spiriti sprovveduti e strumentalmente interessati hanno potuto scorgere nell’incontro cedimenti o compromessi trasformisti dell’uno o dell’altro. Chi ragiona vi ha visto, invece, la riprova non soltanto della possibilità ma del dovere per tutti di cercare e trovare responsabilmente i canali di comunicazione … Restano i contrasti sui termini del progresso storico politico … restano due visioni del mondo e della storia … resta, rispetto al Vaticano, un contrasto sull’autonomia della cosa pubblica, resta, però, anche la comune persuasione della pace come dovere, della pace come edificio da costruire pietra su pietra”.

Il 18 aprile si gioca Modena-Verona, in Serie B. Il Modena sta vincendo 1-0 grazie a un’autorete. L’arbitro assegna un rigore al Verona e la partita finisce in pareggio. Due spettatori scendono nel campo per aggredire l’arbitro per aver concesso il rigore. Intervengono le forze dell’ordine, e l’arbitro viene accompagnato in macchina a Bologna a prendere il treno.

Ma sempre a proposito di sport, Nino Benvenuti (è nato nel 1938) il 18 giugno diventa campione del mondo dei pesi superwelter battendo, con un KO al sesto round, il detentore Sandro Mazzinghi (anche lui nato nel 1938). La rivalità tra i due è stata molto forte negli anni Sessanta, paragonabile a quella nel ciclismo tra Bartali e Coppi.

Si conclude il Tour de France, partito il 22 giugno per la prima volta da Colonia (Germania), per un percorso di 4.177 km in 22 tappe. Alla sua prima partecipazione, Felice Gimondi (è nato nel 1942), futuro grande campione del ciclismo mondiale, vince la prestigiosa gara ciclistica francese davanti a Raymond Poulidor e Gianni Motta (ha vinto per tre volte il Giro d’Italia, nel 1967, nel 1969 e nel 1976). —

Rolando Bussi

bussirolando@gmail.com

(87, continua)