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Fonderie, ad Ago la mostra da non perdere

Laura Tenebrosi
Fonderie, ad Ago la mostra da non perdere

La mostra, organizzata da Ago presso la loro sede, tra S.Agostino e via Berengario, rievoca questi dolorosi fatti, che hanno portato alla morte di sei giovani ed al ferimento di un'altra cinquantina di persone. Ma come mai successe questa tragedia, della quale poi si occuparono anche il governo ed i suoi massimi esponenti?

13 gennaio 2020
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MODENA. Lo scorso 9 gennaio è stato il 70° anniversario dall'eccidio delle Fonderie di Modena. Chi come me è nato negli anni '70, ne avrà sentito solo parlare, i più giovani forse nemmeno questo. La mostra, organizzata da Ago presso la loro sede, tra S.Agostino e via Berengario, rievoca questi dolorosi fatti, che hanno portato alla morte di sei giovani ed al ferimento di un'altra cinquantina di persone. Ma come mai successe questa tragedia, della quale poi si occuparono anche il governo ed i suoi massimi esponenti? La Fonderia Orsi aveva licenziato 500 operai e chiuso i cancelli della fabbrica. Ma la cosa più grave è che si era rifiutato di pagare i salari dovuti. I lavoratori stavano scioperando, sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione e protestando per il mancato pagamento di quanto dovuto. La Celere, un reparto di Polizia di Stato incaricato di mantenere l'ordine pubblico, intervenne pesantemente sulla popolazione inerme, prima con lacrimogeni poi picchiando con violenza le persone, fino agli spari finali.

Per Modena, medaglia d'oro della Resistenza, che fece dei principi di uguaglianza ed altruismo la sua bandiera, fu un fatto imperdonabile, qualcosa di vergognoso che ammutolì per il dolore, la rabbia e lo sdegno, dal più semplice cittadino, alle cariche più alte dello Stato. Ai funerali dei giovani uomini parteciparono a migliaia, i feretri portati a spalla dagli operai, le mogli, le madri e le donne tutte in corteo, in un silenzio composto che non significava rassegnazione, ma solo grande dolore, sgomento e voglia di riscatto. I giornali, compresa la Gazzetta di Modena, seguirono tutti gli avvenimenti da vicino. La mostra, per me stupenda, vi porterà indietro a quei giorni. Io non ho saputo trattenere le lacrime. Andate anche voi, sarà aperta fino all' 8 marzo e ditemi, col mondo del lavoro che ci ritroviamo ora: questi uomini sono morti invano? —

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