Gazzetta di Modena

Wikipedia sbarca in città e i Musei Civici di Modena vanno in tutto il mondo

Stefano Luppi
Wikipedia sbarca in città e i Musei Civici di Modena vanno in tutto il mondo

L’enciclopedia del web si prepara a digitalizzare il patrimonio culturale modenese «Un bel modo per celebrare i 150 anni di storia e allargare gli spazi del turismo»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA A un anno dai festeggiamenti per i 150 anni dalla fondazione i Musei Civici di Modena si attrezzano per arrivare pronti all’importante compleanno. Il calendario parte ora con il coinvolgimento di un “marchio” molto conosciuto, l’enciclopedia online Wikipedia. L’obiettivo è allargare le opportunità di visibilità e condivisione del patrimonio culturale dell’istituzione culturale di palazzo dei Musei, grazie a internet ed è per questo che in collaborazione con Wikimedia Italia è partito il progetto “Glam sta per Galleries, Libraries, Archives and Museum” Modena. L’iniziativa, giunta a seguito di una proposta dell’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi, prevede un operatore “wikipediano in residenza” che inizia ora a lavorare anche se in modo digitale causa Covid-19. La scelta è caduta su un giovane esperto di Trento, Niccolò Caranti, redattore e ricercatore della associazione “Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa”.

«Avrei dovuto venire a Modena - spiega Caranti - e speriamo sia possibile farlo più avanti, ma per ora cominceremo, con lo staff del museo, a definire i contenuti legati alla diffusione dei Musei civici sul web. Uno dei punti fondamentali di Wikipedia, infatti, è che sulla enciclopedia online possono scrivere tutti, ma occorre sviluppare gli interventi delle istituzioni culturali. La collaborazione non è legata alla promozione, alla comunicazione, è orientata ad arricchire l’enciclopedia con interventi e fotografie delle opere. In questo modo ci guadagna Wikipedia e il museo comunale che risponde alla sua missione di divulgare conoscenza».

Ma non c’è solo questo: «Mio compito - continua il ricercatore - è insegnare allo staff del museo come si interagisce e si scrivono le voci legate al museo, aumentando così i materiali disponibili online. Infine speriamo di poter fare gli eventi dal vivo».

Questa scelta di Modena - forse curiosa per qualcuno che immagina musei “bloccati”, situazione oggi inimmaginabile - è già stata portata avanti da musei come il Muse di Trento, il Galileo di Firenze, il Picasso di Barcellona, come ricorda il direttore dell’ente modenese Francesca Piccinini: «Questa iniziativa rientra nei 150 anni della fondazione del museo: l’anno prossimo avremo iniziative come questa legata a Wikipedia, il completo rinnovamento del nostro sito internet e altri pezzi forti che per ora non svelo. Pensiamo comunque a realizzate molte voci soprattutto sulle figure chiave del museo».

In particolare dunque ci saranno focus dedicati a Carlo Boni, fondatore nel 1871 e primo direttore, al chirurgo Luigi Bompani che raccolse oggetti etnografici in Brasile, al marchese Matteo Campori, ai donatori Felice Riccò e Carlo Sernicoli, allo scienziato dell’800 Giovanni Battista Amici. Da qui la scelta di Piccinini: «Ho pensato insieme allo staff - dice - di avviare un percorso partecipato legato al 150esimo. Rinnoviamo il modo di comunicare, rendendolo più moderno, rafforzando la nostra identità. Nell’ambito del progetto ci è sembrato importante puntare su una maggiore presenza sul web, espandendo così la conoscenza del nostro museo. Wikipedia, tra l’altro, rappresenta la partecipazione per antonomasia e quindi siamo davanti a un modo nuovo, moderno, molto democratico e utile, di procedere in ambito culturale. Vediamo che accade, nel frattempo mi fa piacere che le ‘lezioni’ di Wikipedia le diffonderemo anche agli altri enti modenesi come le Gallerie Estensi ed Fmav».

Interviene infine Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia: «Siamo entusiasti per l'avvio della collaborazione con i Musei civici di Modena, iniziativa che nasce in un momento difficile per le istituzioni culturali come per tutto il paese. In questo tempo in cui l'accesso fisico ai musei non è ancora possibile, la condivisione virtuale permette di mantenere un legame tra le istituzioni e i fruitori e allo stesso tempo ampliare la platea potenziale. Speriamo che la lungimiranza dell’istituzione modenese faccia da avanguardia a una condivisione della cultura che porta valore a tutti». —