Gazzetta di Modena

Spettatore seriale

Emma Dante all'Arena del Sole di Bologna, quando il teatro è di qualità

Andrea Marcheselli
Emma Dante all'Arena del Sole di Bologna, quando il teatro è di qualità

Questo “Misericordia” è un’operina, circa un’ora di spettacolo con soli quattro interpreti su una scena quasi totalmente spoglia, eppure piena come poche perché riempita dalla densità della trama, della recitazione, dei contenuti della messa in scena.

07 novembre 2021
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BOLOGNA Ci sono spettacoli nati per far ridere, altri creati per indurre a una riflessione, alcuni molto tristi, altri del tutto sereni. Poi, ce ne sono alcuni che arrivano come un pugno nello stomaco, in modo metaforico, certo, ma che lasciano una sensazione di dolore dentro mica facile da lenire.

È paradossale d’altra parte il piacere che alla fine puoi provare con una simile esperienza, ma questo rientra fra i segreti del teatro, arte antica quanto l’uomo, nata, per la verità, proprio perché attraverso di essa l’uomo riuscisse a parlare di cose che altrimenti farebbe fatica ad affrontare. In presenza di spettacoli di questo tipo non è peraltro raro lasciarsi andare a commenti di una retorica un po’ ipocrita, perché tutti in fondo detestiamo la sorte dei disperati, dei disgraziati, degli ultimi, confinando tuttavia quasi sempre nell’esprimere con un semplice biasimo la nostra riprovazione.

E allora perché si va a vedere spettacoli come “Misericordia” di Emma Dante, all’Arena del Sole di Bologna fra il 4 e il 7 di novembre? Forse proprio perché racchiude un po’ tutto quello che abbiamo scritto sopra: arriva come un pugno in pancia, ti induce a riflettere sul destino di una categoria di disgraziati, ti impone delle scelte morali e nello stesso tempo ti porta ad uscire da teatro con la soddisfazione per avere assistito ad un piccolo capolavoro. Questo “Misericordia” è un’operina, circa un’ora di spettacolo con soli quattro interpreti su una scena quasi totalmente spoglia, eppure piena come poche perché riempita dalla densità della trama, della recitazione, dei contenuti della messa in scena.

Senza alcun pietismo, senza concessioni alla commiserazione Emma Dante restituisce una vicenda di una crudezza quasi epica – la storia di un ragazzo nato menomato in seguito alle botte di cui è morta la madre prima di partorirlo, all’interno di un ambiente in totale degrado, circondato da donne costrette a non rinunciare ad alcun espediente per sopravvivere – con la poesia esplicita del più assoluto realismo nei dialoghi, nei costumi, mentre la scena si tinge di allegoria quando concede spazio all’anima del ragazzo, che volteggia letteralmente con la leggerezza di una farfalla, grazie all’incredibile interpretazione coreografica di Simone Zambelli. Accanto a lui, attorno a lui, si muovono, ordiscono trame, si azzuffano con intensità commovente Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco e Leonarda Saffi, che restituiscono pienamente l’idea di ciò di cui è capace l’arte teatrale, come specchio della vita ma soprattutto dell’animo umano.

Poi, ciascuno all’interno dello spettacolo, molto più complesso di quanto fin qui riassunto, crediamo possa trovare quasi infinite letture, esegesi, provocazioni e richiami, che possono andare da una rilettura della figura di Pinocchio alle citazioni dalla tradizione verista siciliana, alle considerazioni, e qui ci sentiamo di ribadirlo particolarmente, sull’eterna vessazione nei confronti del corpo e dello spirito delle donne, ma resta sempre che sopra ogni cosa domina un senso di lirismo intriso di disperazione che rende questo “Misericordia” un imperdibile momento di grande teatro.