Gazzetta di Modena

La mostra

Modena Pizzi Cannella e i suoi racconti della notte “vagabonda”

Michele Fuoco
Modena Pizzi Cannella e i suoi racconti della notte “vagabonda”

Alla Galleria Mazzoli 29 opere, dal 2014 a oggi, del noto maestro

03 luglio 2022
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Modena. Celebra la bellezza Piero Pizzi Cannella con le sue opere esposte, fino al 31 luglio, alla Galleria Mazzoli, in via Nazario Sauro 62. Una bellezza a cui l’artista romano conferisce un’immagine non eclatante, ma sorprendente, quasi commossa, sottilissima di sentimenti che reca anche una riflessione sul tempo, in una straordinaria capacità di rappresentazione pittorica, tale da tenere insieme passato, presente e futuro.

Cattedrali, mappe, vedute, lampadari dei “Salon de musique”, gioielli, abiti preziosi sono i soggetti delle 29 opere che il 67enne maestro di Rocca di Papa (Roma) ha realizzato dal 2014 al 2022. E’ un rifugio nella favolosità, nel fulgore delle cose, di cui solo l’anima di un sognatore, come quella dell’artista, può assicurare l’identità di immagine che affascina per il colore affettuoso capace di manifestare persino i segni di una nuova malinconia.

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«Questa mostra, in un certo senso, documenta – rivela Pizzi Cannella - i miei anni da nottambulo, trascorsi nel mio studio e Dio solo sa in quante altre stanze, in alberghi e spazi che non ricordo più, sognando le stelle fino all’oblìo, o almeno fino alle prime ore del mattino, attraversando spazi sconosciuti, viaggiando in luoghi reali e immaginari, a me ignoti, coinvolgendo amici e sconosciuti, senza mai saperli distinguere, catalogando tesori e cose che avevano scarso valore per tutti, fuorché per me. Non ho mai conosciuto, né volevo conoscere, la differenza tra un mondo di ricchezze e un’anima apparentemente impoverita, ma in pratica congestionata dall’indifferenza verso tutto ciò… Ho una storia da raccontare. Ho sempre storie da raccontare. Sono un narratore. I miei quadri raccontano tutte le storie, soprattutto quelle della notte».

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E le sue opere si fanno voce di una multiforme esistenza con una rappresentazione di storie nuove di racconti antichi che riportano l’artista ad un’amorevole ricognizione immaginativa, quasi visionaria, forse di struggente nostalgia.

Tutto si presenta come una disincantata ricognizione di elementi di rievocazione, con una sua carica di segretezza. La pittura sembra nutrirsi di un sentimento di ricordanze di luoghi e oggetti, di desideri e forse di timori, ricercati al’interno di una immagine che l’artista fa vivere come esperienza, anche remota, di curiosità e di meraviglia.

E’ un’arte di profondità di memorie che Pizzi Cannella sviluppa all’interno della sua storia di uomo e di artista, fugando la mestizia delle cose. Il colore conferisce all’immagine un tono pacato, contribuendo a darle solennità.

«Nella sua opera – nota Richard Milazzo nel saggio “The exquisite Inexactitudes of the Soul” del catalogo della mostra – la realtà è sempre complice dell’immaginazione, e la configurazione immaginaria degli elementi che compongono i suoi quadri ha un bisogno disperato, affamato, di questi oggetti, almeno come semplici postulati».

L’artista ritorna agli stessi soggetti con un accento particolare, una estrema concentrazione di essenzialità, e con il gusto di sempre nuove scoperte.

La preziosità coloristica è mantenuta su un tono di levità, di velature che pare risolversi in pura musicalità. Il linguaggio evocativo è basato su un gioco di variazioni anche di diversi nuclei figurativi, con la materia, a tecnica mista, che cambia pelle a seconda delle strategie di narrazione assunte come modelli operativi. L’arte è, per il maestro romano (nella capitale frequenta il corso di pittura di Alberto Ziveri presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e contemporaneamente si iscrive al corso di Filosofia all’Università La Sapienza), una forma ancora possibile di ordinamento, in grado di legare il senso delle cose del passato e del presente.

«In molti quadri di Piero – evidenzia Milazzo – è significativa la sensibilità per l’Estremo Oriente… Nel suo lavoro i ventagli, i vestiti e i gioielli dicono che c’è qualcosa di fondamentalmente femminile in questo spazio…».

Ma la sua ricerca è sempre aperta all’inatteso, all’insolito e alla sorpresa. Le cattedrali, le cupole, gli archi, le stelle, le costellazioni, le mappe, le perle, i coralli solcano ancora la notte “vagabonda” dell’artista”.

Informazioni utili. La mostra prosegue fino alla fine luglio. Orari: dal lunedì al sabato 9-13 e 16-19.30. Chiusura: domenica e festivi. l