Gazzetta di Modena

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Modena, star a passeggio e set ovunque siamo la nuova Mecca del cinema

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Modena, star a passeggio e set ovunque siamo la nuova Mecca del cinema

06 agosto 2022
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E così, quatta quatta lemme lemme, la nostra città si va trasformando nella nuova Mecca del cinema. Il film americano su Enzo Ferrari in primis, poi anche Marco Bellocchio è stato cappellato in centro storico, precisamente alla chiesa di San Barnaba e alla Pomposa, a girare scene per il suo prossimo lungometraggio ‘La Conversione’. Che dire? E’ una bella soddisfazione per noi mudnès che ci siamo sempre sentiti un po’ snobbati dal cinema che conta. Viene in mente l’ormai remota fiction con Castellitto guarda caso proprio su Ferrari che fu, chirurgicamente, girata ovunque tranne che a Modena. A dire il vero qualche precedente in città c’è stato, seppur non certo al livello di una grande produzione come quella sul Drake, vedi la fiction delle suorine Che Dio Ci Aiuti e la serie tv di Netflix Master Of None, col mercato Albinelli e dintorni protagonisti. Scavando nelle sabbie della memoria, ricordo che mia nonna nel ’75 fece la comparsa in un vecchio film minore di Mauro Bolognini con Claudia Cardinale, ‘Libera, Amore Mio!’ (commento della nonna sull’esperienza: “La Cardinale da vicino è una bastachesia”). Ma adesso raga siamo al centro nevralgico del Grande Schermo, a questo punto non poniamo limiti alla Provvidenza. Già pregusto future pellicole con Modena a fare da sfondo: un Batman alla Sacca, un Guerre Stellari al Direzionale ’70, un Indiana Jones all'ex Amcm… Se il film di Marco Bellocchio fa parte di quel cinema d’impegno italico di notevole levatura autoriale che naturalmente ci riempie d’orgoglio, la fregola è tutta per il kolossal hollywoodiano sul Drake e le Rosse di Maranello, con l’emozione incontenibile nell’apprendere che la star spagnola nonché Premio Oscar come migliore attrice (nonché degnissima topolina) Penelope Cruz se ne è andata in giro in centro sotto ai portici ed è piombata in un noto storico restaurant a inglobare soquanti tortellini. Stiano all’occhio queste dive dalle forme non temprate dal taffio locale: se la Penelope ci fa l’abitudine nel giro di due minuti la ritroviamo a Houston dal dottor Nowzaradan. Venite pure a girare tutti i film che volete ma occhio alla linea, qui non siamo ad Hollywood, direi più a Hollyfood. Ad ogni modo è stato davvero elettrizzante, l’altro giorno, passare in Largo Garibaldi, chiuso al traffico e piantonato da vigili e polizia, mentre da lontano si vedeva tutto un operoso lavurìr di cineprese e tecnici e si potevano ammirare i vari aggiustamenti scenografici allo scopo di riportare in vita il look della Modena del 1957. Moltissimi gli umarells presenti in orgasmico brodo di giuggiole per questa inaspettata variazione glamour del programma quotidiano di osservazione cantieri. Facce eccitate di nostalgia canaglia mentre gli scenografi del film piazzavano locandine pubblicitarie anni cinquanta (il dentifricio Chlorodont!) e macchine d’epoca tatticamente posizionate. Un viaggio a ritroso che ha commosso i meno giovani. Qualcuno, carburato dalla rievocazione storica, ha forse esagerato con l'autosuggestione, giurando di aver visto la Gina passeggiare in Berengario. l