Gazzetta di Modena

Tiri liberi

Estate, mare, topless in libreria dopo 100 anni «L’elogio delle tette»

Cristiana Minelli
Estate, mare, topless in libreria dopo 100 anni «L’elogio delle tette»

12 agosto 2022
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Modena L’estate è, anche, tempo di topless. Seppure non più così sulla cresta dell’onda, lido più, lido meno, resiste ai marosi del tempo se anche Chiara Ferragni ha deciso di postare, da una zattera per bagnanti di Saint Tropez, la sua foto con questa didascalia: «Titties out in Saint Tropez». Forse alludendo a Brigitte Bardot, l’indiscussa icona del topless del XX secolo. Certe influencer, oggi, possono fare questo e altro. 27 milioni e mezzo di follower su Instagram mettono il timbro sul visto.

Originato, negli anni Settanta-Ottanta, dallo spirito di liberazione sprigionato da Woodstock, evento che ha fortemente condizionato la moda femminile, il topless è stato la bandiera del corpo libero, in un periodo esente da "no vax" e "no pass" mapopolato da "no bra", dove hanno dominato minigonne, pancia e seno nudo femminili.

Poi il declino, anche se, lo sappiamo, non è mai, davvero, passato di moda. La letteratura, non si parla ovviamente di quella che smargina nel pornografico, non fa che rammentarsene. Ramón Gómez de la Serna, ad esempio ha scritto «Elogio delle tette. Reali, immaginate, sognate, ricercate, temute» (pp. 168, € 13,00, Fefè Editore) con introduzione a firma di Leo Osslan.

Nella prefazione di Orio Vergani possiamo leggere: «Questo libro è unico al mondo. Gli dei lo hanno assistito. Ha la delicatezza che è maestra dei grandi amori». Contaminato dal Futurismo, sulla strada del Surrealismo, nel 1917 Ramón Gómez ha ribaltato le convenzioni letterarie allora in voga infilandole in più di cento capitoli brevi originali e incisivi sulle due “cose” che (in parte) governano il mondo. E in catalogo ha messo seni fioriti, seni di sirena, seni delle monache, seni della domenica, seni alla veneziana, seni senza punta... tutti osservati attraverso un caleidoscopio di grande eleganza.

«Questo non è un libro pornografico – scrive Ramón Gómez de la Serna nel prologo alla prima edizione nel 1918. Un secolo dopo queste parole sonocondivisibili e un’eventuale accusa di pornografia, dice l’editore, fa sorridere. Forse, cento anni dopo, è un testo che potrebbe anche essere accusato di «scorrettezza politica» rispetto all’attuale mainstream culturale. Ma i possibili dubbi vengono spazzati via, o quanto meno passano in secondo piano, sbaragliati dalla consistenza letteraria, dalla piacevolezza della lettura, della provocatorietà propulsiva, dalla visionarietà poetica, della creatività di cui questa centuria di racconti è impregnata.

Ramòn Gòmez De La Serna, scrittore, giornalista, aforista, saggista, drammaturgo e biografo spagnolo, estremamente prolifico, della generazione del Novecentismo futurista in odore di Surrealismo, ha tracciato l’elogio di questa parte femminile assistito dalla tempra da grande inventore del genere della greguería: contrapposizione di idee, caratteri, affermazioni, con cui ha illuminato il mondo.l