Modena La mostra di Marcello Vandelli a Bologna, presso lo Spazio 212, in via Galliera 2B è già aperta al pubblico, ma il vernissage ufficiale sarà sabato, alle 17, con Vittorio Sgarbi. Al critico d’arte nonché, di recente, Sottosegretario alla Cultura, il compito di presentare, attraverso una monografia (testi anche di altri critici) della vita e dell’opera del pittore modenese, gli aspetti creativi dell’artista che, per le caratteristiche fondamentali, possono iscriversi in un particolare “simbolismo”, intimo, squisitamente personale, definito vandelliano. Quaranta le opere, molte di grande formato, di questa mostra, dal titolo “Sangue”, una parola forte “ perché sangue è anima, quella stessa anima – sostiene il critico - che attraverso i suoi pennelli, dà modo a Vandelli di osservare il mondo e di saperlo raccontare, forse persino confutare. Vandelli, definito da molti uno dei più rappresentativi esponenti della Pop Art Italiana, ideatore di una modalità artistica dall'impronta incisiva e personale, ancora una volta affiderà ai suoi simboli il delicato compito di esplicitare messaggi che non conoscono alcuna mediazione e che, arrivando dritti come un pugno allo stomaco, ripropongono spesso contenuti di chiara denuncia sociale, che esaltano la figura femminile, di cui Vandelli risulta essere profondo conoscitore, che raffigurano se stesso, la sua intima solitudine, il suo porsi dinanzi all'esistenza con una leggerezza che, per un osservatore attento, si rivelerà essere però mera apparenza. Il mondo di Vandelli è convulso ma in lui rimane ferma la ricerca di tutto ciò che trasuda anima. Perché dove c'è anima c'è vita, dove c'è anima c'è emozione, dove c'è anima c'è sangue. In Vandelli il periodo dell'infanzia e quello più maturo, si fondono con disinvoltura a tratti disarmante, palesando ora le paure di un piccolo bambino ora le consapevolezze di un uomo più adulto, sicuramente singolare ma che è nell'arte che trova la sua vera salvezza, la sua più intima realizzazione”. Per l’artista di San Felice i suoi quadri si pongono come riflessioni sulla vita, sui modi di pensare e di agire. In un’opera di 12 metri quadrati, dal titolo”non smetterò mai di essere un bambino”, l’artista si pone tra pianeti e dischi volanti, come in un gioco infantile. Ne “i deboli sono destinati a soffrire”, viene rappresentato un bambino chre fa il salto con l’asta per superare il filo spinato. In un altro dipinto, dal titolo “ci rivedremo lassù”, una madre tesse una tela immaginando la strada del figlio, dalla nascita alla vecchiaia. Inoltre, nelle “intermittenze dell’amore” vengono indicate le reazioni di un uomo e di una donna durante il loro incontro; il passaggio del pensiero è nella raffigurazione di due teste con nidi di aironi. D’obbligo la domanda all’artista: “Ma lei a quale corrente si sente legato?”. Vandelli risponde che si sente più libero dei liberi. “Realizzo i quadri assecondando le mie diverse idee, ma molti mi dicono che le mie opere sono da collocare nella Pop Art o. meglio, nella Neo Pop”. La mostra resterà aperta fino all’8 dicembre. l &nbsp;

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Sabato l’artista di S. Felice allo Spazio 212 di via Galliera

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