MODENA Si chiama “Modena si mostra”: &egrave; un progetto per riscoprire il patrimonio culturale del territorio modenese attraverso nuove metodologie di comunicazione e interazione con il pubblico. L’attenzione sar&agrave; focalizzata in modo particolare su chiese, abbazie, monasteri, pievi, palazzi, castelli e ville di rilevanza storico-artistica per farne risaltare pregi e ricchezze e per concentrare l’attenzione sull’importanza della loro conservazione. Punto di partenza sar&agrave; la chiesa di San Pietro: l’appuntamento &egrave; per mercoled&igrave; 30 novembre alle 18,30 con gli interventi di don Paolo Monelli della parrocchia di San Francesco e San Pietro, Massimiliano Venturelli, responsabile di Save Italian Beauty, l’assessora del Comune di Modena Ludovica Carla Ferrari, la professoressa Elena Corradini docente di museologia e restauro di Unimore, Michela D’Onofrio di eArs. Seguir&agrave; una visita guidata per conoscere i capolavori della chiesa di San Pietro. &laquo;All’interno della chiesa - spiega Massimiliano Venturelli – c’&egrave; un patrimonio di opere d’arte inestimabile tra le quali spicca l’eleganza e la raffinatezza dello scultore modenese Antonio Begarelli. Ed &egrave; proprio in merito alle opere di questo grande maestro rinascimentale che andremo a focalizzare la nostra attenzione per questo primo importante evento. La nostra societ&agrave; &egrave; impegnata ormai da anni sul territorio emiliano-romagnolo e, attraverso questo progetto, vuole dare il via a qualcosa di nuovo che possa aiutare Modena e il suo territorio sia in chiave culturale che turistica&raquo;. Saranno presentati i 4 podcast realizzati nell’ambito di questo progetto: il primo dedicato alla chiesa che, annessa al monastero del riformato ordine di San Benedetto, fu costruita a partire dal 1476, terminata nel 1506 e consacrata nel 1518. Gli altri tre podcast riguardano le sculture di Begarelli, uno quelle della navata centrale, quattro delle quali erano state realizzate tra il 1532 e il 1536 per il dormitorio del monastero: San Benedetto, la Madonna col Bambino, San Pietro e Santa Giustina. Trasferite all’Accademia di Belle Arti nel 1796 all’arrivo dei Francesi, ebbero la collocazione attuale nel 1806 e a queste si aggiunsero San Francesco e San Bonaventura dalla soppressa chiesa di San Francesco. Il terzo podcast &egrave; dedicato alla Piet&agrave; realizzata tra il 1544 e il 1546 e collocata nella cappella del Santissimo Sacramento a destra del presbiterio. Il quarto all’altare delle statue o monumento funebre dello scultore collocato nel presbiterio, in fondo alla navata destra. La monumentale scultura&nbsp; commissionata dai Benedettini a Begarelli nel 1533&nbsp; venne collocata nel luogo in cui si trova nel 1575. Sotto un grande arco &egrave; raffigurata la Madonna col bambino circondata da una gloria di angeli e al di sotto San Geminiano, San Pietro, San Paolo e San Benedetto Lo scultore vi lavor&ograve; fino alla morte dopo la quale l’opera fu terminata dal suo nipote e collaboratore Ludovico. Dal 1875 &egrave; diventata anche la sua tomba. Merita grandissima attenzione sia per il rivestimento di colore bianco da cui l’opera, non ancora sottoposta a intervento di restauro, si trova ancora rivestita come lo erano tutte le altre sculture di Begarelli per renderle simili al marmo e per eliminare ogni equivoco di realismo, sia per il contratto con il quale i monaci l’avevano commissionata&nbsp;allo scultore secondo il quale le statue centrali dovevano essere colorate. L’evento, realizzato grazie al contributo di Banca Generali Private, &egrave; gratuito. Al termine &egrave; previsto un buffet nel chiostro. Per informazioni: info@saveitalianbeauty.it.l

MODENA Si chiama “Modena si mostra”: &egrave; un progetto per riscoprire il patrimonio culturale del territorio modenese attraverso nuove metodologie di comunicazione e interazione con il pubblico. L’attenzione sar&agrave; focalizzata in modo particolare su chiese, abbazie, monasteri, pievi, palazzi, castelli e ville di rilevanza storico-artistica per farne risaltare pregi e ricchezze e per co...

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